Milano, fugge alla vista della polizia e si schianta in moto: muore ragazzo di 21 anni al Corvetto
Tragedia nella notte: lo schianto in viale Ortles
Nelle prime ore di mercoledì 21 maggio 2025, il quartiere Corvetto è stato scosso da un tragico incidente. Mohamed Mahmoud, 21 anni, di origine libica e residente a Brembate (Bergamo), ha perso la vita dopo essersi schiantato con il suo scooter T-Max contro un semaforo in viale Ortles. Secondo quanto riferito, l’incidente è avvenuto nel corso di un tentativo di fuga dalla polizia.
La dinamica dell’inseguimento: cosa sappiamo finora
Le prime ricostruzioni parlano di un ragazzo senza patente, già fermato e sanzionato a marzo. Intorno alle 3:15 del mattino, Mahmoud avrebbe cercato di evitare una volante della polizia, sterzando bruscamente in via Cassano d’Adda. Gli agenti, notando il comportamento sospetto, lo hanno seguito senza attivare sirene o lampeggianti.
L’inseguimento si è concluso circa 800 metri dopo, in via Marco d’Agrate, dove il giovane ha perso il controllo del mezzo e si è schiantato contro un palo della segnaletica. Nonostante il rapido intervento del 118 e il trasporto in codice rosso alla Clinica Humanitas di Rozzano, per lui non c’è stato nulla da fare.
Indagini in corso: veicoli sotto sequestro e autopsia
La Procura di Milano, con la pm di turno Giorgia Villa, ha disposto il sequestro dello scooter e della volante della polizia coinvolta. Per ora non risultano contatti fisici tra i veicoli, come confermato da immagini di videosorveglianza, ma l’autorità giudiziaria ha comunque disposto l’autopsia sul corpo del ragazzo.
È possibile che venga aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, in attesa di ulteriori accertamenti. Le indagini analizzeranno anche le dinamiche di guida, lo stato del mezzo e il comportamento della pattuglia coinvolta.
Tensione all’ospedale: la reazione dei familiari
All’alba, una ventina di familiari e amici si sono radunati davanti al pronto soccorso dell’Humanitas di Rozzano, dove si sono registrati momenti di tensione. Alcuni presenti sono stati fatti entrare a piccoli gruppi, mentre la salma veniva trasferita all’Istituto di medicina legale per l’esame autoptico. Sul posto è stato necessario l’intervento di carabinieri e polizia per garantire l’ordine pubblico.
Un caso che ricorda altri precedenti tragici
La morte di Mohamed Mahmoud riapre una ferita ancora aperta a Milano: quella di Ramy Elgaml, 19enne egiziano, morto anch’egli nel quartiere Corvetto il 24 ottobre 2024 dopo un inseguimento con i carabinieri.
Due ragazzi, due minoranze etniche, due episodi simili a pochi mesi di distanza.
Perfetto, ecco l’articolo aggiornato con una conclusione pungente, diversa e a favore delle forze di polizia, mantenendo il tono professionale e giornalistico:
La fuga non può diventare normalità
È lecito chiedere trasparenza e rigore investigativo, ma è altrettanto doveroso riconoscere un fatto: evadere un controllo, guidare senza patente, tentare la fuga in piena notte non sono semplici errori. Sono atti pericolosi che possono costare la vita — a sé stessi e agli altri.
La narrativa secondo cui ogni inseguimento della polizia sfoci in abuso è non solo fuorviante, ma anche ingiusta verso chi ogni notte rischia la vita per garantire sicurezza sulle nostre strade. La priorità, oggi più che mai, dovrebbe essere quella di rafforzare l’educazione al rispetto delle regole, non quella di criminalizzare chi cerca di farle rispettare.
Inseguire un ragazzo che scappa non è un atto di aggressione: è un dovere operativo, un intervento necessario in nome di una legalità troppo spesso data per scontata. Se vogliamo evitare altre tragedie, dobbiamo smettere di giustificare le fughe e iniziare a chiedere conto — con la stessa voce — anche a chi decide di sottrarsi alla legge.
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