Marina militare

MARESCIALLO DI MARINA IN MISSIONE MUORE A 40 ANNI: FORSE PER UN MALORE

Un malore, improvviso. Tanto violento, da rendere impossibile qualsiasi tentativo di soccorso. Se n’è andato così, il sottufficiale Ivan Fabozzi: senza un’avvisaglia, che potesse far presagire la tragedia. Se n’è andato lontano da casa, perché – maresciallo della Marina Militare – si trovava imbarcato, in missione internazionale, su nave Sentinella: dislocata in questi giorni in Sinai. E’ quanto scrive Sandra Coggio su il Secolo XIX nell’articolo che riproponiamo di seguito.

Il pattugliatore costiero del decimo gruppo navale fa parte della missione Mfo: un programma di osservazione, previsto dal trattato di pace fra Egitto ed Israele. Non c’è alcuna certezza, sulle cause del malore: tanto più che Ivan era giovane, poco più che quarantenne, e aveva una storia da sportivo alle spalle. Aveva praticato le immersioni, e aveva giocato a rugby, con gli amatori della Lunigiana.

La Marina ha informato subito i familiari, dando piena disponibilità ad approfondire cosa sia accaduto. Intanto, la notizia si è diffusa in fretta, perché Ivan Fabozzi – pur viaggiando spesso per lavoro – viveva da tanti anni nel nostro territorio. Alternava periodi a terra ed in mare. Era un apprezzato motorista navale: una persona pacata, paziente, che colpiva per il sorriso mite. Risiedeva da qualche tempo in Lunigiana, nel territorio comunale di Aulla. E nella piccola località di Licciana Nardi, nel tempo libero, si prodigava con senso civico nei comitati cittadini che s’interessano dei problemi della comunità. Era una persona che trasmetteva serenità.

Così lo ricordano gli amici, che ieri hanno saputo del malore, ma in mancanza di notizie certe hanno continuato a sperare: fino a quando è stata diffusa la nota ufficiale dello Stato Maggiore della Marina Italiana, con la conferma della tragedia. E’ stato allora che si è capito che non c’era più alcun margine di speranza, perché Ivan non era più.

Tanti, i messaggi di cordoglio: per esprimere lo sgomento della scomparsa precoce, e per dire che “in momenti così, non possono esserci parole”. Fra gli amici, più d’uno ha voluto dedicare ad Ivan la preghiera del marinaio, in un abbraccio simbolico. Poi, le parole di stima: «Eri veramente una bella persona». E quelle di impotenza, per la fragilità dell’esistenza: «Perdere un amico, è come perdere una parte di sé, della propria famiglia».

La morte è stata così improvvisa, e inaspettata, da non consentire nemmeno di rendersi conto: «Solo qualche giorno prima eravamo a ridere e scherzare, e adesso…». Tutti si sono stretti a Paola, la compagna. Erano così uniti, da condividere la stessa pagina su Facebook.

Amici e colleghi di tutta Italia, incrociati nei periodi d’imbarco, si sono stretti ai suoi cari: messaggi da città diverse, di condoglianze e di cordoglio. Chi ricorda il periodo insieme su Nave Alpino, chi la permanenza in Sardegna. «Ora renderai più felici gli angeli – ha scritto un amico – con la tua tranquillità, ed il tuo sorriso». Condividere la vita sul mare, unisce per sempre. I tanti colleghi, hanno voluto affidarlo ieri “al mare eterno”. Lo stesso capo di stato maggiore, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha voluto esprimere il più sentito cordoglio, “a nome proprio e di tutta la famiglia marinara”.

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