Editoriale

MARESCIALLO 91ENNE IN CONGEDO DENUNCIA: GRAVI IRREGOLARITÀ NELL’ASSOCIAZIONE VIGILATA DALLA MINISTRA PINOTTI. LA DIFESA TACE

(di Luca Marco Comellini per Tiscali Notizie)   –   Quasi cinquantamila euro di finanziamenti pubblici. È Questo l’ammontare dei contributi pubblici erogati dal Ministero della Difesa dal 2006 al 2015 all’Unione Nazionale Sottufficiali Italiani (UNSI), una delle tante associazioni vigilate dal Ministero della Difesa che partecipa all’annuale spartizione dei finanziamenti pubblici messi a disposizione dal Dicastero di via XX settembre.

Il fatto che questa, come tante altre associazioni, percepisca dei finanziamenti da parte dello Stato ha sempre dato vita ad accesi dibattiti anche fuori delle sedi parlamentari e in questi tempi di crisi economica il fronte dei contrari è cresciuto a dismisura. Non sono mancate le richieste di maggiore trasparenza o segnalazioni di irregolarità.

La denuncia del soldato

Il socio dell’UNSI alla ricerca della verità e della giustizia si chiama Goffredo Pinzuti, classe 1925, è un maresciallo maggiore “A” in congedo dell’Esercito italiano e da oltre tre anni, nonostante lo scorso 3 agosto abbia festeggiato il suo 91esimo compleanno, sta combattendo la più dura battaglia della sua lunga vita da soldato: quella per la certezza del diritto e per la legalità. L’11 novembre del 2013 Goffredo ha preso carta e penna ed ha scritto direttamente al Ministro della difesa per denunciare delle irregolarità verificatesi durante lo svolgimento dei congressi, straordinario e ordinario, convocati nell’aprile di quell’anno dai vertici dell’Unione Nazionale Sottufficiali Italiani (U.N.S.I.). Fino ad oggi la sua denuncia è stata totalmente ignorata dai vertici della difesa però, in compenso si è visto recapitare una lettera di “censura”, firmata direttamente dal presidente dell’associazione.

Il quorum mancante

L’anziano militare punta il dito direttamente sulla validità del congresso straordinario riunitosi presso l’auditorium della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare nella Reggia di Caserta nell’aprile del 2013. Quella riunione, secondo Pinzuti sarebbe stata “nulla” per l’assoluta mancanza del quorum del 75% degli aventi diritto al voto, espressamente previsto dall’articolo 28 dello statuto dell’Associazione e, quindi, nulle anche le modifiche statutarie adottate in quella sede. Infatti, alla base della missiva indirizzata al titolare del dicastero della Difesa c’è senza dubbio la dimostrazione «dell’errata interpretazione di alcuni articoli dello statuto dell’associazione e del relativo regolamento» vigenti alla data del “XVIII Congresso”, prima nella sessione straordinaria con all’ordine del giorno l’approvazione alcune modifiche statutarie in materia di eleggibilità dei soci militari in servizio attivo e poi in quella ordinaria per l’elezione delle cariche sociali» ha spiegato a Tiscali il signor Goffredo.

L’esclusione dei soci simpatizzanti con diritto di voto

Secondo quanto risulta dai documenti della XVIII assise congressuale che Tiscali ha potuto consultare, i soci con diritto di voto erano in totale 2.821, comprensivi di 489 soci della categoria “simpatizzanti”, cioè gli iscritti “non militari”, che pur non potendo essere eletti alle cariche statutarie erano titolari del medesimo diritto di voto dei soci della categoria degli “effettivi”. «Dagli atti del congresso – dice Pinzuti – risulta, invece, che gli iscritti aventi diritto al voto presenti in quella sede, attraverso i rispettivi delegati, erano solo 1.889, pari cioè a poco più del 66,9% del totale di 2.821 soci registrati sugli elenchi della presidenza nazionale. Quindi – prosegue – quel quorum dell’81%, annotato sul verbale del congresso, pur essendo superiore al 75% necessario per la validità della convocazione, non corrisponde a quello realmente previsto dallo statuto perché, invero, è riferito a totale dei soci della sola categoria degli “effettivi”, senza quindi prendere in considerazione i 489 soci “simpatizzanti”. In tali casi – precisa Pinzuti -, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, la convocazione dell’assemblea è radicalmente nulla e, per quanto riguarda il Congresso 2013 riunitosi nella sessione ordinaria dal 10 al 12 aprile, è chiaro che ogni decisione o deliberazione approvata sulla scorta di quanto deciso dal Congresso straordinario è nulla perché travolta dalla stessa nullità della convocazione straordinaria determinata dalla mancanza del quorum previsto.»

Non è solo una questione di numeri

Per Pinzuti, ancorché il primo comma dell’art. 28 del regolamento vigente all’epoca recitasse espressamente che gli aventi diritto “sono tutti e solo i Soci Effettivi”, ci sarebbe ancora da chiarire «per quale motivo la Presidenza Nazionale decise, proprio a partire dal 2013, di considerare come aventi diritto al voto soltanto i soci “effettivi” e non anche i quelli “simpatizzanti”», nonostante nell’articolo 11 dello statuto vigente all’epoca prevedesse chiaramente che i soci simpatizzanti “hanno diritto di voto, ma non sono eleggibili” e che l’art. 17 del regolamento 2011 (valido per il congresso del 2013), in modo del tutto analogo, affermasse che i medesimi soci simpatizzanti fossero “elettori, ma non eleggibili”. Come fa notare l’anziano socio dell’UNSI «l’interpretazione scelta dal Presidente dell’Associazione in quella sede congressuale era indubbiamente in stridente contrasto con le norme statutarie e regolamentari».

La nullità degli atti e delle elezioni alle cariche sociali

La questione sollevata da Goffredo Pinzuti non è di poco conto. Tutti gli atti approvati nella sede congressuale straordinaria del 2013, secondo la ricostruzione fatta a Tiscali, sarebbero radicalmente nulli e conseguentemente lo sarebbero anche tutti quelli successi compiuti in virtù delle modifiche apportate, in quella sede straordinaria, allo statuto dell’Associazione. Anche quelli che il 12 aprile 2013 portarono all’elezione alla carica di presidente nazionale dell’allora delegato del Cocer maresciallo Roberto Congedi, rieletto poi nuovamente lo scorso 14 aprile 2016, sarebbero conseguentemente tutti nulli. L’UNSI, come già detto, è una delle tante associazioni sottoposte all’alta vigilanza del Ministero della Difesa e come prevedeva il regolamento vigente nel 2013 – fa notare ancora Pinzuti – ogni modifica dello statuto doveva essere sottoposta al vaglio definitivo del Ministero della Difesa.

Le nostre domande al vertice della Difesa e all’Associazione

A fonte delle irregolarità denunciate dal maresciallo Pinzuti ci è parso immediatamente doveroso, da parte nostra, ma invero lo potrebbe fare qualsiasi cittadino, chiedere spiegazioni alla segreteria della Ministra Pinotti così, dopo una lunga serie di telefonate che ci hanno portato in giro per il Ministero, dalla Segreteria della Ministra al suo Ufficio di Gabinetto e poi ancora fino all’ufficio preposto al controllo delle associazioni, abbiamo deciso di contattare direttamente l’Ufficio Stampa dello stato maggiore della difesa che, come vuole la prassi, ci ha invitato ad inviargli una richiesta scritta. Ecco le domande che abbiamo rivolto alla Difesa e che, ad oggi, non hanno ricevuto alcuna risposta: «nella considerazione che detto sodalizio beneficia annualmente dei contributi dello Stato in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, di cui all’articolo 1, commi 40 e 43, della legge 28 dicembre 1995, n, 549, si chiede di sapere se l’A. D. (Amministrazione Difesa), quale Ministero vigilante, sia a conoscenza delle segnalazioni fatte da Pinzuti e, in tale caso, quali siano state le azioni e le verifiche disposte e il loro esito». Ed ancora, «nella considerazione che l’attuale Presidente del sodalizio in parola, maresciallo Roberto Congedi, era fino allo scorso 18 aprile 2016 anche un delegato del Cocer, sez. Esercito, Cat. B, si chiede di sapere se tra i due incarichi ricoperti contemporaneamente dal medesimo soggetto l’amministrazione militare abbia ravvisato delle incompatibilità o se il militare in questione nello svolgere la sua funzione di delegato del Cocer sia stato autorizzato ad assolvere, anche durante il normale orario di servizio, gli eventuali impegni richiesti dalla di lui carica di presidente dell’UNSI e, in tale caso, con quali modalità.». Alla Difesa abbiamo anche chiesto, relativamente alle erogazioni dei fondi da ripartire tra le associazioni sottoposte alla sua vigilanza, «quali siano i criteri che l’A.D. intenderà adottare per l’anno 2016 e se preventivamente nei confronti dei beneficiari vengono effettuati dei controlli, e quali.».

Alla segreteria nazionale dell’Associazione (chi meglio di loro avrebbe potuto risponderci?) abbiamo chiesto se fosse stata a conoscenza delle segnalazioni fatte dal loro socio Pinzuti e, in tale caso, quali siano state le azioni e le verifiche disposte e il loro esito. Anche in questo caso la risposta è stata il silenzio.

Nell’attesa che la Ministra della difesa faccia quanto prima chiarezza sulle irregolarità denunciate dal maresciallo in congedo Goffredo Pinzuti, siamo convinti, come cittadini contribuenti, che le nostre domande meritino delle risposte perché, a prescindere da ogni altra questione e dall’entità della spesa, ci piace sapere come vengono utilizzati i nostri soldi.

Goffredo Pinzuti

È nato il 3 agosto 1925 a Seggiano (Gr) ai piedi del monte Amiata. Rimasto orfano di padre all’età di 11 anni, ha frequentato le scuole elementari nel suo paese natio, il ginnasio e il primo anno dei tre di liceo ad Arezzo. Dopo la guerra è stato richiamato per servizio di leva obbligatoria il 7 gennaio 1947. Dal 1947 al 1968 ha prestato servizio nei “Lancieri di Novara” (5°) a Codroipo e Tauriano di Spilimbergo e, successivamente, fino al 1972 nel 32° Reggimento carri “Ariete”. Dal 1972 al 3 agosto 1986, data del suo collocamento in congedo, è stato in servizio presso il Comando 5° Corpo d’Armata a Vittorio Veneto. La data del suo congedo ha segnato l’inizio del suo impegno nell’attività associativa militare di categoria. Nel 1986 prese i primi contatti con l’ANSI (Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia) e nel 1988 costituì a Vittorio Veneto una Sezione Ansi, della quale restò Presidente fino al 1994. Intanto era stata costituita e si sviluppava, a Conegliano una Sezione della neo costituita Associazione “Unione Nazionale Sottufficiali Italiani” (UNSI). Il profondo desiderio di unire le due Associazioni, portò Pinzuti e il Presidente della Sezione UNSI ad unificare la Sezione ANSI di Vittorio Veneto con quella UNSI di Conegliano, a significazione della necessità di rappresentanza unitaria dei Sottufficiali. La Sezione UNSI di Conegliano – Vittorio Veneto oggi ha 118 soci.

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