L’intuizione del carabiniere che ha fermato gli aggressori di Willy: “Sapevo che erano stati loro”
“Ho stretto la mano a quel ragazzo che era a terra e gli ho fatto una carezza. Gli ho detto che sarebbe andato tutto bene e che i soccorsi sarebbero arrivati presto “. Il maresciallo maggiore Antonio Carella, comandante della stazione di Colleferro, è stato il primo a soccorrere Willy Monteiro Duarte. Il racconto è affidato al capitano Ettore Pagnano che comanda la compagnia di Colleferro e che domenica ha interrotto le sue ferie per rientrare d’urgenza a coordinare al meglio le indagini sulla terribile tragedia.
“È stato lui il primo a intervenire, ed è stato lui a far partire tutte le indagini e a consentire l’arresto in flagranza dei quattro”, spiega il capitano Pagnano. Le chiamate al 112, infatti, sono arrivate soltanto molto dopo e per sollecitare l’intervento dei soccorsi.
DI CLEMENTE PISTILLI
nullTutto quindi è cominciato attorno alle 3. “Ero nel mio alloggio di servizio, vicino al luogo in cui è avvenuto il fatto – racconta il maresciallo maggiore Carella – ho sentito delle grida, urla, molto chiasso. Mi sono alzato immediatamente e mi sono infilato la prima cosa che ho trovato. Sono quindi sceso in strada e ho trovato Willy Monteiro Duarte steso per strada, visibilmente ferito ma ancora cosciente.
Con una mano ho cercato di dargli conforto e rassicurarlo, con l’altra ho chiamato in caserma per farmi dare supporto di uomini e immediatamente ho richiesto l’intervento del 118″. I quattro ragazzi di Artena erano già fuggiti sul Suv (che si scoprirà poi essere dei fratelli Bianchi, i due esperti di arti marziali in carcere per omicidio insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia), ma attorno al ventunenne ferito si era formato un capannello di persone.
Il maresciallo ha capito che per arrivare a dama doveva agire con ordine. Così, “ho iniziato a interrogare le persone presenti, ragazzi amici del giovane steso a terra ed esercenti della zona e ho chiesto chi e cosa avessero visto. Due di loro mi hanno dato indicazioni precise sul modello dell’auto e sulla targa. Ho capito subito quindi di chi si trattava”.
I quattro assassini, residenti appunto a Artena, sono spesso a Colleferro e conosciuti alle forze dell’ordine locali per il loro atteggiamento e per le scorribande che li hanno visti protagonisti. In più di un’occasione, quando c’è stata una rissa o un litigio, i quattro erano presenti se non coinvolti in prima persona, soprattutto nel circondario e ultimamente a Colleferro.
Prosegue il comandante di stazione. “Ho diramato modello e targa alla centrale e detto di spostarsi subito a cercare ad Artena perché ero quasi certo che si trattasse proprio di loro. Nel frattempo le persone si accalcavano attorno a Willy che vedevo molto sofferente”. Attorno alle 3 e 30 diverse chiamate di residenti sono arrivate al centralino del 112 per sollecitare l’intervento dell’ambulanza, allarmati segnalavano le condizioni disperate di Willy.
“Quando è arrivata l’ambulanza a lo hanno caricato sulla lettiga lo vedevo spento – ha concluso il maresciallo Carella – Prima che i portelloni si richiudessero ho visto il medico che tentava di rianimare il ragazzo facendogli un massaggio cardiaco. È l’ultima immagine di Willy che ho”. Qualche ora dopo, attorno alle 5 del mattino, mentre il cuore del ventunenne ha smesso di battere, i quattro, più un quinto amico solo indagato, sono stati ammanettati per omicidio preterintenzionale.