L’Intricato panorama delle Trattenute Sindacali nelle Forze Armate
Recentemente, abbiamo pubblicato un’analisi che evidenzia una discrepanza interpretativa sulle iscrizioni e le revoche dei sindacati militari, un tema che ha suscitato dibattiti e interrogazioni parlamentari. La nostra indagine ha rivelato interpretazioni restrittive della norma che, nel silenzio del Ministero della Difesa, rischiano di compromettere l’affermazione delle nuove sigle sindacali. Oggi, ci concentriamo su un altro aspetto critico e controverso: quello del contributo sindacale nelle Forze Armate.
Definizione di Stipendio per Contributi Sindacali
Nel contesto normativo italiano, la recente legge 46/22 ha introdotto significative modifiche nelle modalità di gestione delle trattenute sindacali nel settore della difesa, generando una serie di complessità e controversie. L’articolo 13, comma 3 della legge stabilisce che, per determinare la consistenza associativa, vengono conteggiate solo le deleghe per un contributo sindacale non inferiore allo 0,5% dello stipendio. Tuttavia, la definizione di “stipendio” per il calcolo di questa trattenuta è stata oggetto di interpretazioni diverse, come evidenziato dal decreto del 08.07.22 del Ministro della difesa.
Secondo il decreto, lo stipendio per il calcolo della trattenuta sindacale dovrebbe essere basato sugli emolumenti fissi e continuativi netti, in analogia con altre amministrazioni del comparto. Tuttavia, questa definizione non considera le peculiarità delle Forze Armate e le variazioni nelle indennità fisse e continuative legate all’impiego specifico dei militari. Ad esempio, calcolare anche la percentuale sulle maggiorazioni date dalle indennita come super campagna o imbarco su navi o sommergibili comporta una trattenuta più alta rispetto a i non operativi.
Un ulteriore aspetto di confusione riguarda la comunicazione del Centro Unico Stipendiale Interforze, che, pur fornendo istruzioni su come richiedere l’accreditamento delle trattenute sindacali, non specificava le voci stipendiali interessate dalla trattenuta dello 0,5%.
Problemi con il Sistema NOIPA
Diverse problematiche sono emerse anche in relazione al sistema stipendiale NOIPA, con alcune sigle sindacali che hanno sollevato questioni sulla base di calcolo delle trattenute. In particolare, nonostante la richiesta di alcune associazioni di fare riferimento solo alle indennità di base, escludendo le maggiorazioni, il NOIPA ha applicato la trattenuta sul totale in busta paga, includendo anche parti della tredicesima mensilità nonostante l’esplicita opposizione delle associazioni.
Ritardo nel Regolamento di Attuazione
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il decreto interministeriale per l’attuazione dell’articolo 16 comma 3 della legge è ancora in fase di trattazione e pare sia ancora in alto mare. Il recente decreto milleproroghe ha fissato una data per il conteggio della rappresentatività al 31 gennaio 2024, ma è probabile che il decreto regolamentare venga approvato solo dopo questa data, lasciando le associazioni sindacali in una situazione di incertezza.
Le Reazioni dei Sindacati
Le associazioni sindacali, tra cui USIMAR e SIAMO Esercito, hanno espresso forte dissenso contro le decisioni di NOIPA e del Ministero della Difesa, considerate in contrasto con le previsioni di legge e irrispettose nei confronti del personale militare. USIMAR ha espresso forte disappunto per l’attuale sistema stipendiale, lamentando incomprensioni, malfunzionamenti ed errori di calcolo. Il SIAMO Esercito ha avviato un ricorso al T.A.R. contro presunte pratiche antisindacali del Ministero della Difesa, evidenziando la necessità di maggiore chiarezza e coerenza nella gestione delle deleghe.
Necessità di Chiarezza
In conclusione, il panorama delle trattenute sindacali nel settore della difesa italiana è attualmente caratterizzato da una notevole complessità e incertezza, sia per le associazioni sindacali che per i loro iscritti. Questa situazione sottolinea la necessità impellente di una maggiore chiarezza normativa e di un dialogo costruttivo tra le parti interessate. A tutto ciò si aggiunge che una importante conseguenza del calcolo della rappresentatività sono i distacchi e i permessi che sono pagati dalle risorse della concertazione a valle della stessa. e qui si innesca il potenziale vuoto di rappresentatività nel momento in cui la funzione pubblica decreterà i numeri delle deleghe e quindi la decadenza del Co.Ce.R.. È fondamentale che vi sia una vigile attenzione all’aderenza normativa e costituzionale della legge, con la speranza che gli advisor e i consulenti che supportano il Ministro della Difesa tengano veramente a cuore le questioni sindacali dei militari.
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