Linea Dura contro la Droga nelle Forze Armate: Consiglio di Stato conferma sei mesi di sospensione per militare fermato con la coca
(di Avv. Umberto Lanzo)
I fatti contestati: un controllo notturno rivela il possesso di droga
Nel corso di un controllo effettuato nelle prime ore del mattino, una pattuglia dei Carabinieri aveva trovato il militare, insieme a un civile, in possesso di tre contenitori con 1,70 grammi lordi di cocaina. L’episodio aveva dato il via a un procedimento disciplinare culminato con la sanzione della sospensione dall’impiego per sei mesi.
Il ricorso del militare: contestata la sproporzione della sanzione
Il graduato aveva impugnato il provvedimento con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, lamentando in particolare il difetto di motivazione e la sproporzione tra il fatto commesso e la sanzione irrogata. Secondo il ricorrente, la vicenda avrebbe meritato una valutazione meno severa, trattandosi di un episodio isolato e di modesta entità.
La posizione del Ministero della Difesa: condotta incompatibile con lo status di militare
Il Ministero della Difesa, nel respingere le argomentazioni del ricorrente, ha sottolineato come l’uso di sostanze stupefacenti, anche se occasionale, sia frontalmente in conflitto con i doveri assunti dal militare e incompatibile con la prosecuzione del servizio.
L’amministrazione ha evidenziato come tale condotta mini l’equilibrio psichico, l’esemplarità della condotta e il prestigio della Forza armata.
La decisione del Consiglio di Stato: ampia discrezionalità dell’amministrazione
Il Consiglio di Stato, nel respingere il ricorso, ha ribadito alcuni principi consolidati in materia di sanzioni disciplinari militari:
- Ampia discrezionalità: la valutazione sulla gravità dei fatti e sulla sanzione da applicare rientra nella discrezionalità dell’amministrazione, sindacabile solo in caso di manifesta illogicità o sproporzione.
- Motivazione sufficiente: l’obbligo di motivazione è assolto attraverso il riferimento al fatto addebitato, specialmente per condotte palesemente contrarie ai principi di moralità e rettitudine propri dello status di militare.
- Proporzionalità della sanzione: il principio di proporzionalità non consente al giudice di sostituirsi alle valutazioni dell’autorità disciplinare, a meno di abnormità o manifesta irragionevolezza.
Un monito per tutti i militari: tolleranza zero per gli stupefacenti
La decisione del Consiglio di Stato invia un chiaro messaggio a tutti gli appartenenti alle Forze Armate: l’uso di sostanze stupefacenti, anche occasionale, è considerato incompatibile con lo status di militare e viene sanzionato con estrema severità.
La particolare natura del servizio militare, che richiede piena affidabilità e lucidità in ogni circostanza, giustifica secondo i giudici un approccio intransigente verso condotte che possano minare queste qualità essenziali.
Implicazioni più ampie: il prestigio delle Forze Armate
Al di là del caso specifico, la sentenza tocca un tema più ampio: la tutela dell’immagine e del prestigio delle Forze Armate. Il Consiglio di Stato sottolinea come comportamenti di questo tipo ledano non solo i principi di moralità e rettitudine all’interno del “consorzio militare”, ma anche la reputazione dell’istituzione agli occhi della società civile.
In quest’ottica, la severità della sanzione si giustifica anche come deterrente e come segnale dell’intransigenza dell’istituzione verso condotte incompatibili con i valori militari.
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