L’EROE DEI SETTE MARI, UN VERO LUPO DI MARE DELLA MARINA MILITARE ITALIANA: ALTRO CHE LATORRE E GIRONE
(di Luca Marco Comellini) – Si
chiama Paolo Treu, è un ammiraglio ed è lui il vero lupo di mare della Marina
militare italiana, altro che Latorre e Girone. È lui, l’ammiraglio, che ha
compiuto l’impresa di indiscutibile valore meritevole della medaglia
d’oro al merito di Marina. Un impresa talmente tanto ardua da far sembrare
dei dilettanti anche i grandi navigatori del passato.
chiama Paolo Treu, è un ammiraglio ed è lui il vero lupo di mare della Marina
militare italiana, altro che Latorre e Girone. È lui, l’ammiraglio, che ha
compiuto l’impresa di indiscutibile valore meritevole della medaglia
d’oro al merito di Marina. Un impresa talmente tanto ardua da far sembrare
dei dilettanti anche i grandi navigatori del passato.
Lo
avevano definito «Sistema Paese in Movimento» ma era il 30° Gruppo Navale
costituito dalla fregata Bergamini, dalla Nave di Supporto Logistico Etna, dal
pattugliatore Borsini al comando della Portaerei Cavour che lo scorso 13
novembre 2013 aveva issato le ancore per fare rotta verso i Paesi del Golfo
Arabico e del Continente Africano con l’obiettivo di promuove le eccellenze
italiane in ambito imprenditoriale e di offrire assistenza umanitaria.
avevano definito «Sistema Paese in Movimento» ma era il 30° Gruppo Navale
costituito dalla fregata Bergamini, dalla Nave di Supporto Logistico Etna, dal
pattugliatore Borsini al comando della Portaerei Cavour che lo scorso 13
novembre 2013 aveva issato le ancore per fare rotta verso i Paesi del Golfo
Arabico e del Continente Africano con l’obiettivo di promuove le eccellenze
italiane in ambito imprenditoriale e di offrire assistenza umanitaria.
Il
viaggio per i sette mari secondo il ministro della difesa dell’epoca, Mario
Mauro, sarebbe dovuto servire a rafforzare la presenza dell’Italia nelle aree
geografiche considerate strategiche per gli interessi nazionali, oltre che a
fornire assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose. Ben presto però si
scopri, grazie anche alle foto scattate a bordo della nave ammiraglia Cavour
dopo due settimane di navigazione e pubblicate dal “The National”, quotidiano
di Abu Dhabi, che negli stand allestiti sulla portaerei venivano messe in
mostre molte armi come i fucili d’assalto Arx 160, pistole automatiche e
lanciagranate Beretta, ma anche elicotteri d’assalto, siluri della Wass e
caccia Av8 B+ Harriers, oltre una fiammante Dh16 della Lamborghini e prodotti
dell’alta moda italiana.
viaggio per i sette mari secondo il ministro della difesa dell’epoca, Mario
Mauro, sarebbe dovuto servire a rafforzare la presenza dell’Italia nelle aree
geografiche considerate strategiche per gli interessi nazionali, oltre che a
fornire assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose. Ben presto però si
scopri, grazie anche alle foto scattate a bordo della nave ammiraglia Cavour
dopo due settimane di navigazione e pubblicate dal “The National”, quotidiano
di Abu Dhabi, che negli stand allestiti sulla portaerei venivano messe in
mostre molte armi come i fucili d’assalto Arx 160, pistole automatiche e
lanciagranate Beretta, ma anche elicotteri d’assalto, siluri della Wass e
caccia Av8 B+ Harriers, oltre una fiammante Dh16 della Lamborghini e prodotti
dell’alta moda italiana.
Ma a
lei – la ministra di lotta e di governo che all’epoca dell’eroica impresa
era già sottosegretario alla Difesa – non interessa poi molto se la motivazione
con la quale ha conferito il prestigioso riconoscimento all’ammiraglio appare
studiata a tavolino per rientrare – facendo un eccezionale ed abbondante uso di
immaginazione e fantasia – tra quelle «attività e studi finalizzati allo
sviluppo e al progresso della Marina militare» o se l’ammiraglio abbia compiuto
«singole azioni, caratterizzate da notevole perizia, da cui sono derivati
lustro e decoro alla marineria italiana» o se, ancora sia sta fornita o meno
quella fantomatica «assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose» di tutto
meno che di armi.
lei – la ministra di lotta e di governo che all’epoca dell’eroica impresa
era già sottosegretario alla Difesa – non interessa poi molto se la motivazione
con la quale ha conferito il prestigioso riconoscimento all’ammiraglio appare
studiata a tavolino per rientrare – facendo un eccezionale ed abbondante uso di
immaginazione e fantasia – tra quelle «attività e studi finalizzati allo
sviluppo e al progresso della Marina militare» o se l’ammiraglio abbia compiuto
«singole azioni, caratterizzate da notevole perizia, da cui sono derivati
lustro e decoro alla marineria italiana» o se, ancora sia sta fornita o meno
quella fantomatica «assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose» di tutto
meno che di armi.
Alla
ministra generalessa e forgiatrice di moderni eroi – il popolo ha sempre
bisogno di nuovi eroi – interessa semplicemente ricompensare adeguatamente il
sacrificio di quell’ammiraglio che con sprezzo del pericolo, impareggiabile
ardimento ed eccezionale perizia marinaresca, per cinque lunghi mesi ha fatto il
“vu cumprà” nostrano sulle spiagge del continente africano portando
direttamente ai possibili clienti i prodotto di aziende come Finmeccanica (che
non ha perso l’occasione di esporre i suoi elicotteri AgustaWestland NH-90 e
AW101 sul ponte di volo della Cavour).
ministra generalessa e forgiatrice di moderni eroi – il popolo ha sempre
bisogno di nuovi eroi – interessa semplicemente ricompensare adeguatamente il
sacrificio di quell’ammiraglio che con sprezzo del pericolo, impareggiabile
ardimento ed eccezionale perizia marinaresca, per cinque lunghi mesi ha fatto il
“vu cumprà” nostrano sulle spiagge del continente africano portando
direttamente ai possibili clienti i prodotto di aziende come Finmeccanica (che
non ha perso l’occasione di esporre i suoi elicotteri AgustaWestland NH-90 e
AW101 sul ponte di volo della Cavour).
Ma, è
nel leggere la pomposa motivazione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale,
Serie Generale n.131 del 9 giugno 2015 che si riesce a cogliere l’eccezionale
valore dell’ammiraglio: (da leggere con intonazione stile proclama di
mussoliniana memoria)“Ufficiale Ammiraglio di straordinarie qualità
professionali, intellettuali e umane, – ora fate una lieve flessione
delle ginocchia conservando una postura eretta con mani sui fianchi – ha
condotto con elevatissima perizia e indiscussa competenza, – pausa con
repentino movimento del capo dall’alto verso il basso e viceversa – quale
Comandante del 30° Gruppo Navale, le quattro Unità assegnategli in una
complessa e articolata campagna di cinque mesi svolta nel Golfo Persico, in
Oceano Indiano e in tutti i mari prospicienti il continente africano. –
altra flessione delle ginocchia col busto eretto – In un contesto di
notevole visibilità nazionale e internazionale, ha portato a compimento
un’impresa di indiscutibile valore, – applausi della folla – proiettando
un’immagine estremamente professionale e solidale dell’Italia e della Marina
Militare. – pausa, repentino gesto per tacitare la folla – Dirigente
di assoluto spicco, riconosciuta autorevolezza e incondizionato prestigio, ha
contribuito a esaltare l’immagine e il prestigio della Nazione e della Marina
Militare”. Golfo Persico – Oceano Indiano e Mari prospicienti il continente
africano, 13 novembre 2013 – 9 aprile 2014.». Insomma, è tutto chiaro.
L’epica traversata dei sette mari per portare la cultura di nuove armi e
dell’Italian Style alle popolazioni africane non poteva non essere ricompensata
con una bella medaglia d’oro.
nel leggere la pomposa motivazione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale,
Serie Generale n.131 del 9 giugno 2015 che si riesce a cogliere l’eccezionale
valore dell’ammiraglio: (da leggere con intonazione stile proclama di
mussoliniana memoria)“Ufficiale Ammiraglio di straordinarie qualità
professionali, intellettuali e umane, – ora fate una lieve flessione
delle ginocchia conservando una postura eretta con mani sui fianchi – ha
condotto con elevatissima perizia e indiscussa competenza, – pausa con
repentino movimento del capo dall’alto verso il basso e viceversa – quale
Comandante del 30° Gruppo Navale, le quattro Unità assegnategli in una
complessa e articolata campagna di cinque mesi svolta nel Golfo Persico, in
Oceano Indiano e in tutti i mari prospicienti il continente africano. –
altra flessione delle ginocchia col busto eretto – In un contesto di
notevole visibilità nazionale e internazionale, ha portato a compimento
un’impresa di indiscutibile valore, – applausi della folla – proiettando
un’immagine estremamente professionale e solidale dell’Italia e della Marina
Militare. – pausa, repentino gesto per tacitare la folla – Dirigente
di assoluto spicco, riconosciuta autorevolezza e incondizionato prestigio, ha
contribuito a esaltare l’immagine e il prestigio della Nazione e della Marina
Militare”. Golfo Persico – Oceano Indiano e Mari prospicienti il continente
africano, 13 novembre 2013 – 9 aprile 2014.». Insomma, è tutto chiaro.
L’epica traversata dei sette mari per portare la cultura di nuove armi e
dell’Italian Style alle popolazioni africane non poteva non essere ricompensata
con una bella medaglia d’oro.
Chissà
cosa ne pensano oggi gli altri marinai, quelli come, ad esempio, il
Primo Maresciallo nocchiere di porto Massimo Casula, oppure il Capo di 2ª
classe nocchiere di porto Angelo Fresi, il Secondo Capo nocchiere di porto
Gianluca Canzedda, il Secondo Capo nocchiere di porto Raffaele Fonnesu e il
Sergente nocchiere di porto Giovanni Deligia, che il 5 marzo 2013, «durante una
complessa operazione di ricerca e soccorso in mare con proibitive condizioni
meteo», noncuranti «della propria incolumità», operavano tutti «con altissima
professionalità dimostrando abnegazione, grande perizia marinaresca, sprezzo
del pericolo ed encomiabile altruismo per portare in salvo l’equipaggio
dell’imbarcazione a vela “Dralion”». Anche a loro il 1° aprile scorso
la ministra Pinotti ha voluto concedere una bella medaglia al merito di
Marina, però, siccome non sono ammiragli ma hanno salvato la vita a ben 10
persone, gli ha dato solo quella di bronzo.
cosa ne pensano oggi gli altri marinai, quelli come, ad esempio, il
Primo Maresciallo nocchiere di porto Massimo Casula, oppure il Capo di 2ª
classe nocchiere di porto Angelo Fresi, il Secondo Capo nocchiere di porto
Gianluca Canzedda, il Secondo Capo nocchiere di porto Raffaele Fonnesu e il
Sergente nocchiere di porto Giovanni Deligia, che il 5 marzo 2013, «durante una
complessa operazione di ricerca e soccorso in mare con proibitive condizioni
meteo», noncuranti «della propria incolumità», operavano tutti «con altissima
professionalità dimostrando abnegazione, grande perizia marinaresca, sprezzo
del pericolo ed encomiabile altruismo per portare in salvo l’equipaggio
dell’imbarcazione a vela “Dralion”». Anche a loro il 1° aprile scorso
la ministra Pinotti ha voluto concedere una bella medaglia al merito di
Marina, però, siccome non sono ammiragli ma hanno salvato la vita a ben 10
persone, gli ha dato solo quella di bronzo.