Esercito

L’alpino col fucile fa insorgere la giunta: no alla statua delle penne nere

Padova – Una statua in bronzo alta tre metri raffigurante un alpino della Prima Guerra Mondiale, opera di un artista di fama internazionale, è pronta per essere installata in un parco cittadino. Ma la presenza di un fucile tra le mani della figura sta facendo discutere politica e associazioni.

Il monumento, voluto dall’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Padova, è stato realizzato per commemorare il sacrificio degli alpini caduti durante la Grande Guerra. Ma il particolare del moschetto in dotazione al soldato immortalandolo in posa vigile, con una mano sugli occhi a scrutare l’orizzonte, sta facendo storcere il naso a diverse componenti della maggioranza di centrosinistra in Comune.

Sotto traccia serpeggiano malumori e contrarietà all’installazione, specialmente da parte di esponenti della giunta sensibili ai temi pacifisti. Con le guerre in Ucraina e Medio Oriente che infiammano il panorama internazionale, la statua viene vista come un inopportuno simbolo guerresco. Ma anche le associazioni femministe storcono il naso, rivendicando come prioritaria l’installazione di monumenti dedicati a figure femminili, ad oggi largamente minoritarie nella toponomastica cittadina.

Il sindaco Giordani si trova nella scomoda posizione di dover mediare tra queste istanze e la volontà degli Alpini di onorare i loro caduti. Ieri il tema è stato affrontato in una riunione di giunta dai toni accesi, ma una soluzione sembra ancora lontana. Il monumento intanto è pronto, in attesa di sapere se e dove potrà essere inaugurato.

LA SCELTA

Per comprendere la vicenda bisogna risalire a quattro anni fa, quando gli Alpini padovani avanzano la richiesta di un monumento celebrativo al sindaco Giordani. Il primo cittadino acconsente, si impegna personalmente e incarica il suo ufficio di gabinetto di seguire l’iter.

Il Comune commissiona quindi la statua, fornendo fin da subito il disegno dettagliato, non ad un artista qualsiasi ma allo scultore padovano Ettore Greco, che espone a Parigi, New York e Chicago e collabora con Pierre Cardin.

Greco inizia a lavorare nel suo laboratorio e poi in una fonderia, mentre fuori esplodono nuovi venti di guerra, dapprima con il conflitto Russia-Ucraina e poi con quello Israele-Palestina, che spingono il Comune a organizzare decine di iniziative per la pace.

Intanto, passano i mesi ma Greco prosegue il suo lavoro. Parallelamente, l’amministrazione individua l’area per ospitare la statua: il nuovo parco Tito Livio, tra stazione e Cappella degli Scrovegni. A farsi promotore è il consigliere Pd ed ex alpino Nereo Tiso.

LE REAZIONI

Si arriva così agli ultimi giorni. La statua è pronta, l’inaugurazione viene ipotizzata per maggio e nel parco compare già il piedistallo. Gli Alpini non stanno più nella pelle, ma la giunta apprende la notizia a cose fatte e non la prende affatto bene, anche perché più di un assessore era all’oscuro di tutto.

Almeno tre assessori si mettono di traverso, manifestando dissenso. «In quel parco giocano anche i bambini, davvero dobbiamo mettere un uomo con un fucile?» si chiede qualcuno. «Non si poteva raffigurare solamente l’alpino con il cappello senza l’arma? Come lo spieghiamo alle associazioni pacifiste?» obietta un altro. «E cosa diciamo ai movimenti femministi che da anni invocano una statua di donna mentre qui in poco tempo è stata realizzata questa?».

Il tenore dei commenti nelle chat e nelle riunioni interne è questo. C’è chi vede la statua come un messaggio bellicoso intempestivo, chi come una provocazione e chi come una mancanza di sensibilità verso altre istanze della città. Sta di fatto che il monumento sta facendo litigare la giunta.

LE POSIZIONI

Nella squadra di Giordani il tema è particolarmente sentito, considerando che nell’area politica di riferimento gravitano molte associazioni pacifiste, che hanno contribuito a realizzare la guida sui “Percorsi di pace e non violenza a Padova”. La stessa giunta nel 2018, per il centenario della Prima Guerra Mondiale, aveva deliberato di istituire Padova come “Città della Pace”.

Tra le file della maggioranza i più critici sollecitano un passo indietro totale sulla statua (con dispiacere di alpini e scultore), i più concilianti propongono di scegliere un’altra zona, ricordando che nei pressi dello Stadio Euganeo ci sarebbe un’area adeguata: il Parco degli Alpini.

Il sindaco Giordani si trova ora stretto tra la volontà di valorizzare il contributo degli alpini e quella di non urtare sensibilità pacifiste e femministe in giunta e città. La mediazione appare complessa. La statua intanto è pronta: verrà inaugurata a maggio o il “caso” del fucile segnerà una battuta d’arresto nel suo percorso?

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