L’AGGRESSORE DEI CARABINIERI: ”ERANO IN BORGHESE E NON MI HANNO MOSTRATO IL TESSERINO. HO AVUTO PAURA”
via Mura degli Zingari, a pochi passi dalla stazione marittima. Due carabinieri
in borghese della vicina caserma di San Teodoro e Scali si avvicinano a un
furgone parcheggiato davanti ai binari della ferrovia perché hanno notato uno
strano movimento: Ibrahim Sall, 31 anni, senegalese, dopo essersi
spostato da una parte all’altra del mezzo, ha aperto la portiera lato
passeggero e si è infilato nell’abitacolo.
furto fa scattare l’intervento dell’Arma. Che poi si conclude nel sangue: uno
dei militari, un maresciallo di 30 anni, viene colpito da Sall cinque
volte con un cacciavite, riportando ferite al torace, sulla schiena,
su una spalla, sullo zigomo sinistro e anche all’interno del cavo orale; tutte,
per fortuna, superficiali. Al Galliera viene medicato e dimesso poco prima
delle 13, con una prognosi di 22 giorni.
male nel tentativo di immobilizzare l’immigrato. Nella colluttazione ha
riportato escoriazioni e traumi giudicati guaribili in 7 giorni.
Ibrahim Sall viene accompagnato in caserma e arrestato per lesioni e resistenza
a pubblico ufficiale, sotto gli occhi di un connazionale di 49 anni, Mor Dia,
con cui, ieri mattina, si era dato appuntamento per raggiungere un cantiere
edile.
per un artigiano italiano. «Ibrahim mi ha detto che aveva reagito per paura», è
il racconto di Mor Dia, «Era da solo – spiega l’amico – e non ha capito
che quelli erano dei carabinieri perché erano in borghese e perché non avevano
mostrato il tesserino. Ha pensato che volessero fargli del male».
senegalesi, però, non coincidono. I primi sostengono di aver esibito
i documenti identificativi dichiarando ad alta voce le proprie credenziali
prima di chiedere la carta d’identità all’immigrato, nel pieno rispetto della
legge. Mor Dia, invece, dà dei fatti una versione diversa: Sall, che è titolare
di un regolare permesso di soggiorno e che quindi non aveva nulla da temere,
non sapeva con chi aveva a che fare e ha affrontato la coppia di militari,
scambiandoli per dei malintenzionati.

