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La sindacalizzazione dei militari: una pratica da smarcare?

La sindacalizzazione dei militari è da sempre una questione delicata e complessa. Recenti sviluppi riguardanti la discussione sul sistema rappresentativo dei sindacati militari hanno suscitato una profonda delusione tra alcuni delegati del Co.Ce.R. e tra i sindacati stessi. Infatti, mentre al Senato la Commissione Difesa,  (relatore Gasparri), ha emesso un parere favorevole al decreto legislativo sui sindacati militari in pochi minuti, alla Camera dei Deputati la situazione si è presentata sotto una luce diversa.

La delusione è stata palpabile tra i delegati del Co.Ce.R. e i sindacati militari quando hanno constatato la frettolosa conclusione dei dibattiti al Senato, senza che fossero date sufficienti opportunità per approfondire e discutere in modo adeguato il caso. La decisione della Commissione Difesa del Senato, presa in fretta e furia, ha lasciato un amaro in bocca per coloro che avevano sperato in un confronto più approfondito e una valutazione oculata dei pro e contro del decreto legislativo.

Ma, come spesso accade in politica, c’è sempre un’altra faccia della medaglia. Alla Camera dei Deputati, la Commissione Difesa ha espresso la necessità di approfondire il caso e suggerire miglioramenti. La richiesta di procedere con audizioni che coinvolgano le parti sociali è un passo importante verso un confronto più inclusivo e la possibilità di rappresentare tutte le diverse voci interessate.

Questa diversità di approccio tra il Senato e la Camera dei Deputati ha evidenziato una divisione significativa riguardo all’approccio verso la questione dei sindacati militari. Mentre al Senato sembra prevalere una certa fretta e una mancanza di spazio per il dibattito, alla Camera dei Deputati è presente una maggiore apertura a coinvolgere le parti interessate e valutare attentamente gli impatti delle decisioni da prendere.

Il Commento di Antonello Ciavarelli

Da delegato Co.Ce.R. ho sempre considerato la sindacalizzazione dei militari una risorsa, non solo per il personale,  ma per la società. In questo senso sento di esprimere delle perplessità circa questa fase di passaggio sul sistema rappresentativo.Ci sono delegati che sembrano avere paura di se stessi cioè del sindacato del quale loro sono al vertice e si ha l’impressione che la loro azione sia condizionata dal loro alter ego. Ci sono sindacati militari che non entrano nel merito delle questioni come il contratto o le pensioni e ne tanto meno sul  miglioramento della legge sindacale. Però sono pronti a ringraziare devotamente chi semplicemente estende la licenza per gravi motivi all’attività sindacale, anzichè finanziare i distacchi e permessi. Provvedimento per il quale  il Co.Ce.R. Marina ha attivato la procedura del raffreddamento dei conflitti. Nessuno, o forse pochi, ad esempio, hanno chiesto di abbassare (sia pure temporaneamente) la cifra obbligatoria da pagare ai fini della Rappresentatività, ne tanto meno di calcolarla sulla forza sindacalizzata come le forze di polizia ad ordinamento civile in modo da incoraggiare l’attività sindacale e le iscrizioni. Ci sono ancora tanti aspetti da migliorare. In questo stallo apparente la Commissione difesa del  Senato, giorno 1 agosto, in pochi minuti ha dato parere favorevole al decreto legislativo sui sindacati militari. Fortuna ha voluto che alla Camera dei Deputati la Commissione difesa, viceversa, ha espresso la necessità di approfondire il caso ed eventualmente suggerire miglioramenti. Si dovrebbe, infatti, procedere con le audizioni riconoscendo un ruolo alle parti sociali.

Soluzioni?

Per il Co.Ce.R. Interforze ci sono due possibilità :

1. Dovrebbe chiedere subito la chiusura di tutta la rappresentanza militare visto che in questo trapasso si percepisce indifferenza da più di qualche delegato;

2. Viceversa altra possibilità, che è la più saggia, sarebbe di impegnarsi a pieno fino all’ultimo giorno con etica e rispetto per l’Istituzione almeno salvaguardando il personale da possibili vuoti rappresentativi.

Per i sindacati?

A mio parere dovrebbero cominciare ad entrare nel merito di argomenti importanti come le pensioni, il contratto e battersi per migliorare la legge a cominciare da ogni decreto discendente. Sembra, che tutto tace, e che invece ci siano movimenti sommersi di chi crede di essere più in gamba di altri e che tutti sono più bravi degli altri, e che alla fine tutto va bene “Madama la Marchesa”, come diceva un vecchio presidente del Co.Ce.R.. Bisognerebbe smettere di giocare al ribasso e in questi momenti i sindacati e i Co.Ce.R. dovrebbero navigare seguendo la stessa rotta per ottenere un futuro economico e morale migliore per il personale, grazie anche e sopratutto ad un migliore ruolo rappresentativo che i militari meritano.

Antonello Ciavarelli Delegato Co.Ce.R. Marina – Guardia Costiera

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