La Nato mostra i muscoli, probabilmente alla Russia: le
più grandi manovre militari Nato del decennio, con l’impiego di 36.000 soldati
e battezzate Trident Junction, si terranno dal 3 ottobre prossimo
al 6 novembre in Italia (componente aerea, con base principale a Trapani),
Spagna (operazioni terrestri) e Portogallo (manovre navali).
Non c’è legame
specifico con la crisi ucraina, così dice l’Alleanza, ma sarà testata la Nrf
(Forza di risposta) e in particolare – guarda caso – la “punte di lancia”
(Spearhead), brigata di pronto intervento creata dopo il congelamento dei
rapporti di partnership con Mosca. Le manovre sono state presentate
da Jean-Paul Palomeros, comandante del Sact (il Comando supremo per la
Trasformazione, di stanza a Norfolk) e si baseranno «su uno scenario fittizio
di gestione di crisi» in un Paese «fuori zona».
Il generale francese ha
indicato che Trident Junction è stata programmata due anni e
mezzo fa, prima cioè che scoppiasse la crisi in Ucraina. Il generale ha però
specificato che le prossime esercitazioni “a grande intensità” si terranno nel
2018, in zone molto più vicine alla Russia: in Norvegia, nel Mare del Nord e
nel Mar Baltico. E ha sottolineato che queste altre manovre sarebbero state
decise l’anno scorso, dopo il vertice in Galles, quando era già salita la
tensione con la Russia.