Esteri

LA CIA ESTENDE AI FAMILIARI I BENEFICI DEGLI AGENTI MORTI ALL’ESTERO

Genitori e fratelli degli operatori della CIA uccisi all’estero in episodi di terrorismo, saranno beneficiari della stessa assistenza economica che, fino a ieri, spettava soltanto ai coniugi ed ai familiari a carico. E’ quanto scrive Franco Iacch per il Giornale.it

La CIA, poche ore fa, ha diramato il nuovo programma di assistenza che estende il diritto della pensione di reversibilità. L’atto normativo è retroattivo al 1983, sostituendosi alla precedente politica federale per gli operatori e collaboratori della CIA in missioni ufficiali e classificate. La prima destinataria del nuovo programma della CIA è Barbara Doherty, madre di Glen Doherty (nella foto), agente della CIA ed ex Navy Seal ucciso in Libia l’11 settembre del 2012 durante l ‘assalto alla sede diplomatica statunitense di Bengasi. La famiglia riceverà un assegno da 400 mila dollari.

L’estensione dei benefici per le famiglie degli operatori della CIA uccisi all’estero ha ricevuto fin da subito il sostegno del Congresso. Nella battaglia di Bengasi morirono anche l’ambasciatore Chris Stevens, ed altri due americani: Tyrone Woods (Navy Seal/CIA) ed il programmatore Sean Smith (Air Force/CIA). Stevens è il primo ambasciatore americano assassinato dal 1979.

Il beneficio esteso – si legge nella nota ufficiale della CIA – riflette una nuova legge emanata lo scorso dicembre e si applica per tutti i dipendenti federali, tra cui gli imprenditori, uccisi all’estero in atti di terrorismo. La retroattività fissata al 18 aprile del 1983 non è casuale perché coincide con l’attacco kamikaze avvenuto a Beirut contro l’ambasciata degli Stati Uniti. In quel tragico attentato morirono 63 persone. Tra i 17 americani che persero la vita, alcuni operatori della CIA. “Gli Stati Uniti non dimenticheremo mai il sacrificio Glen. Questo beneficio per la famiglia Doherty onora il suo coraggio ed il servizio reso per proteggere il suo paese. Ogni famiglia che ha perso i propri cari sarà risarcita nel rispetto dell’eroismo di chi ha dato la vita per proteggere gli Stati Uniti”.

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