Italia-Francia, fratelli d’armi o alleati scomodi? Il realismo (pungente) di Crosetto sulla difesa europea
Crosetto: “I nostri alleati sono fratelli. E la Lega? Deve seguire la linea del governo”
«I paesi alleati con noi nella difesa reciproca sono fratelli» — è la frase con cui il ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto a Il Foglio all’indomani del 14 luglio, giorno della Festa nazionale francese, durante la quale Emmanuel Macron ha pronunciato parole che non sono passate inosservate:
«Per essere liberi bisogna essere temuti, per essere temuti bisogna essere potenti».
Un messaggio diretto a tutta l’Europa, e anche all’Italia. Crosetto, da parte sua, sottolinea la promessa solenne tra Roma e Parigi:
«Francia e Italia sono paesi uniti da una solenne promessa. Una promessa tra popoli».
Eppure, non tutto l’esecutivo italiano sembra condividere questa visione.
Il nodo Salvini: Macron non è il suo modello. Ma la NATO “impegna tutti”
Quando si fa notare al ministro che Matteo Salvini e altri esponenti della Lega non condividono il culto del riarmo, Crosetto è netto:
«La Lega non deve avere la stessa visione del mondo di Macron. Deve avere la stessa visione del governo italiano».
Una puntualizzazione importante, alla luce delle divergenze interne alla maggioranza. Tuttavia, per Crosetto, non è una questione di simpatie personali o ideologiche:
«L’alleanza impegna tutti. Si chiama NATO. Nessuno l’ha mai messa in discussione. Anche perché da soli saremmo più deboli».
Una dichiarazione che suona come un avvertimento agli alleati “domestici” meno entusiasti della cooperazione militare con Parigi e Bruxelles.
Macron raddoppia il bilancio della difesa: “64 miliardi entro il 2027”
Proprio il 14 luglio, Macron ha annunciato un massiccio aumento delle spese militari francesi, destinato a portare il bilancio della difesa a 64 miliardi di euro entro il 2027.
Nel dettaglio:
- +3,5 miliardi di euro nel 2026
- +3 miliardi di euro nel 2027
- Quasi il doppio rispetto al 2017
Una svolta che Crosetto ha commentato con parole chiare:
«Per difendere le cose belle ci vuole la forza, e non solo le parole».
Un’affermazione che sintetizza perfettamente la dottrina Crosetto: la pace si costruisce anche (e soprattutto) con una deterrenza credibile.
Dal Trattato del Quirinale al futuro della difesa europea: Roma e Parigi sempre più “vitali”
A sottolineare la strategicità dell’intesa Roma-Parigi è intervenuto anche il presidente Sergio Mattarella, che ha definito Italia e Francia “alleati vitali”.
Un richiamo esplicito al Trattato del Quirinale, firmato nel 2021 da Mario Draghi ed Emmanuel Macron, e che punta a rafforzare la cooperazione bilaterale su più fronti, a partire proprio dalla difesa comune europea.
Crosetto rilancia:
«Non è una questione di affinità elettiva, ma di fratellanza. I paesi alleati con noi nella difesa reciproca sono fratelli. Lo sono indipendentemente dal colore del governo».
Chi comanda davvero sulla difesa? La linea del governo o le simpatie personali?
Il messaggio finale del ministro è limpido:
«Le nazioni non sono più o meno alleate a seconda di chi vince le elezioni».
Un monito a chi, all’interno della coalizione di governo, tende a leggere le relazioni internazionali con le lenti della politica interna.
Nel momento in cui l’Europa si prepara a rivedere le sue priorità strategiche, la postura militare della Francia segna un punto di svolta. E l’Italia, con Crosetto, ribadisce la sua fedeltà all’Alleanza Atlantica, nonostante qualche malumore interno.
Il messaggio è chiaro: in tema di sicurezza, non c’è spazio per il “tifo ideologico”. Serve visione comune, e serve potenza.
Perché, come ha detto Macron, “essere liberi significa essere temuti”.
E per essere temuti, bisogna essere credibili. E uniti.
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