Israele verso la risposta all’Iran, ‘attacco imminente’. Crosetto: “Preoccupato ma non pessimista”. Militari italiani in Libano non target ma rischi
“Sono abbastanza convinto che ci dovrà essere una reazione di Israele ma non penso voglia aprire un ennesimo fronte di conflitto. Penso ci sara’ una reazione ma mi auguro sara’ contenuta, piu’ tattica”: e’ l’auspicio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato su SkyTg24.
Per Crosetto “siamo a quelle che potremmo chiamare ancora ‘scaramucce’, anche se l’attacco iraniano, il primo nella storia del complicato rapporto tra Israele e Iran di una tale portata, e’ stato un attacco che in qualunque altra nazione al mondo avrebbe avuto un effetto disastroso”. Il ministro della Difesa ha osservato che quanto compiuto da Teheran “non ha avuto un effetto perche’ e’ avvenuto su una nazione che probabilmente ha il miglior sistema di difesa aerea che esista, proporzionato al territorio”. “Ma la quantita’ di droni, missili balistici, missili da crociera che sono stati spediti su Israele avrebbe causato danni enormi in qualunque altra nazione. In Israele non ci sono stati perche’ sono riusciti ad abbattere il 99% di questi di questi attacchi, ma e’ stato un attacco molto duro. Penso che l’attacco dell’Iran non possa non avere conseguenze anche dal punto di vista internazionale – ha poi aggiunto il ministro della Difesa -. Sarà una decisione della comunita’ internazionale”.
Militari italiani in Libano non target ma rischi
Dopo l’attacco dell’Iran a Israele “aumentano i rischi di potenziali danni collaterali relativamente al Mar Rosso e, soprattutto, al Libano; stabilito infatti che i nostri militari non sono obiettivi deliberati, permane il rischio di un loro coinvolgimento, seppur non intenzionale, nello scambio di fuoco tra le parti”.
Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alle commissioni congiunte Affari esteri e Difesa di Senato e Camera.Sul rischio di possibili escalation derivanti dalla reazione di Israele il ministro ha spiegato: “Non sono e non voglio dirmi pessimista, ma di certo sono preoccupato: la reazione di Israele potrebbe esserci e una nuova spirale di violenza e di guerra si potrebbe ancora innescare.
Il paradosso solo apparente – ha aggiunto Crosetto, che ha informato di aver avuto un colloquio telefonico poche ore fa con l’omologo israeliano Yoav Gallant – è che più saremo vicini e rassicureremo Israele sulla nostra amicizia e il nostro supporto, più Tel Aviv si sentirà tutelata e riterrà meno necessario agire in modo plateale e rendere visibile la sua forza militare. Occorre evitare che Israele ponga in essere una reazione che scateni una escalation, facendo giungere il Medio Oriente a un punto di non ritorno”.
Israele verso la risposta all’Iran, ‘attacco imminente’
“Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.
Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo.
Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.
L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”.
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