Esteri

Israele bombarda Beirut: Ucciso il capo politico di Hamas e il numero due di Hezbollah

GERUSALEMME – Israele ha compiuto nelle ultime ore attacchi mirati per eliminare due figure chiave dell’asse della Resistenza in Medio Oriente, il numero due di Hezbollah in Libano e il capo dell’ufficio politico di Hamas. I raid, rivendicati da Israele, hanno scosso la regione e acceso timori di ritorsioni e una pericolosa escalation.

Raid su roccaforte Hezbollah a Beirut uccide numero due

Nel tardo pomeriggio di martedì un attacco missilistico israeliano ha colpito la roccaforte di Hezbollah nella periferia sud di Beirut, uccidendo il vice leader del gruppo sciita Fuad Shukr. Considerato il braccio destro del segretario generale Hassan Nasrallah e mente degli attacchi contro obiettivi israeliani, Shukr era nel mirino di Israele che lo ritiene responsabile del lancio di missili sabato sulle alture del Golan, costato la vita a 12 ragazzi. Oltre a Shukr sono morti nel raid 3 civili, tra cui due bambini. Hezbollah ha promesso una risposta “proporzionata”.

Leader politico di Hamas ucciso a Teheran

Poche ore dopo, un altro attacco ha colpito la residenza del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, dove si trovava per l’inaugurazione del nuovo presidente iraniano. La sua morte è stata confermata dalle autorità iraniane e da Hamas. Figura di spicco del movimento palestinese, Haniyeh guidava la diplomazia di Hamas e i rapporti con gli sponsor esteri. La sua uccisione priva Hamas di una preziosa fonte di legittimazione. L’Iran ha promesso vendetta.

Timori di escalation, appelli alla moderazione

Gli attacchi mirati di Israele hanno acceso timori di pesanti ritorsioni da parte dell’asse della Resistenza e i suoi alleati, che potrebbero trascinare la regione in una pericolosa spirale di violenza. Nonostante gli appelli alla moderazione della comunità internazionale, gli osservatori avvertono che la miccia della guerra totale è ormai accesa. Resta da vedere se prevarrà la razionalità oppure se gli eventi sfuggiranno di mano innescando un conflitto su vasta scala.

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