Insulti ai militari, indaga la Polizia: identificati i manifestanti che urlavano: “assassini”
Puntano all’area dei centri sociali le indagini della Digos di Taranto dopo il lancio di sassi – avvenuto nel pomeriggio del 16 marzo – verso la fregata Carabiniere della Marina Militare mentre attraversava il canale navigabile di Taranto per andare in Mar Piccolo. Si tratterebbe, a quanto pare, di persone – una ventina circa – riconducibili all’ambiente dei centri sociali. È in corso la loro identificazione. Si apprende da fonti investigative “che in queste ore si sta sviluppando attività di polizia giudiziaria a 360 gradi. Le ipotesi di reato vanno dalla manifestazione non autorizzata al vilipendio di corpo armato dello Stato”. “A valle dell’identificazione dei singoli, sarà però possibile – spiegano le fonti – individuare meglio le responsabilità di ciascuno”.
Il lancio di pietre è partito all’improvviso dal lato città vecchia del canale navigabile che è anche quello più prospiciente il mare. Per consentire il passaggio dell’unità è stato aperto il ponte girevole e agli accessi del ponte stazionano, in questo caso, pattuglie dei Carabinieri e della Polizia locale visto che il traffico viene temporaneamente bloccato. Le pattuglie, però, non sarebbero riuscite ad intervenire immediatamente anche perché lontane dal punto in cui è avvenuta la grave contestazione. All’indirizzo dell’equipaggio è stato anche lanciato più volte il grido di “assassini” e “vergogna”.
Davanti ai venti marinai schierati sull’attenti sul ponte della nave, rivolti metà da un lato e metà dall’altro, sono stati srotolati quattro striscioni. Dicevano: «Contro tutte le guerre. Contro lo stato d’emergenza. Fuori la Nato da Taranto», «Le guerre degli imperi le pagano sempre i popoli. No Nato, no Putin», «Taranto non è una città di guerra. Lavoro! No spese militari», «Non una base, non un soldato per la guerra imperialista». Intanto in mare alcune imbarcazioni di pescatori sfilavano esponendo striscioni di protesta. Su un barchino blu immortalato da una fotografia era scritto: «La guerra la stiamo già pagando. Chi con la vita, chi con la fame. No Nato, no Putin».
La contestazione ha ricevuto una condanna politica trasversale. «Preoccupa la violenza di cui è stata fatta bersaglio la nave “Carabiniere” al rientro nel porto di Taranto», ha commentato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd). Il titolare degli Esteri Luigi Di Maio (5S) ha espresso «massima vicinanza al personale della nave e a tutto quello della marina militare». Dure prese di posizione anche da rappresentanti cittadini e nazionali di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, +Europa, Pd e 5 Stelle.