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INPS sbaglia i calcoli della pensione e chiede restituzione delle Somme Percepite a Finanziere. La Corte dei Conti annulla le trattenute

Un militare della Guardia di Finanza in pensione ha dovuto affrontare un inaspettato e ingiusto contrattempo: l’INPS gli ha comunicato che doveva restituire 12mila euro a causa di un errore nel calcolo della sua pensione. La situazione, che avrebbe potuto essere un pesante fardello per il pensionato, ha preso una svolta quando ha deciso di rivolgersi alla Corte dei conti.

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Il Caso

L’errore è emerso quando l’INPS ha inviato una lettera all’ex militare ad agosto 2022, informandolo del “recupero di un indebito” di circa 12.600 euro lordi, a causa di un pagamento eccessivo della tredicesima mensilità. Per recuperare l’importo, l’INPS ha pianificato delle trattenute mensili sulla pensione dell’ex militare. La lettera ricevuta informava il finanziere che “ai fini del recupero” è stata disposta “una trattenuta mensile sulla pensione di 340,91 euro per sette rate a decorrere dal mese di ottobre 2022 e con trattenute di 393,76 per 19 rate mensili dal mese di maggio 2023”.

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L’ex finanziere si è rivolto, quindi, alla Corte dei conti dell’Umbria per ottenere un ricalcolo della sua pensione secondo le regole spettanti agli ex appartenenti alle forze dell’ordine. La Corte ha analizzato il caso, evidenziando che l’errore derivava dal ricalcolo della pensione effettuato in precedenza dalla stessa Corte. La Corte dei conti ha evidenziato come, sul recupero “dell’indebito pensionistico derivante dall’annullamento di una sentenza favorevole al pensionato sia da escludere la ripetibilità ove l’indebito sia derivato dalla esecuzione di sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva, poi riformata o annullata dall’appello” non si può imputare nulla a chi riceve l’assegno, tanto più quando l’indebito “debba essere fatta risalire per intero al comportamento della pubblica amministrazione”.

La Sentenza

I giudici hanno accolto il ricorso, dichiarando la “parziale illegittimità del recupero, stante la buona fede del percipiente e considerati gli errori di calcolo che sono stati commessi dall’Istituto, che ha liquidato ben cinque volte la pensione della parte ricorrente”, riconoscendo la bontà del recupero dell’indebito finora operato e annullando le restanti rate.

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