Infangata l’Arma, chiesti all’ex carabiniere Maglio 125 mila euro di risarcimento
La Procura della Corte dei Conti ha chiesto un risarcimento danni di 125 mila euro all’ex carabiniere Dino Maglio. Motivo, ha infangato l’immagine dell’Arma. Il pugliese si trova dietro alle sbarre del penitenziario di Lecce, perchè condannato in via definitiva per avere narcotizzato e abusato di altre 14 turiste. Già scontato il carcere invece per avere abusato di una ragazzina di 16 anni australiana. L’ex militare, difeso dall’avvocato Enrico Cogo del foro di Padova, ha già presentato una memoria difensiva per non pagare. Il suo legale non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
LA RICHIESTA
Quanto fatto dall’ex carabiniere avrebbe danneggiato l’immagine dell’Arma. Il risarcimento di 125 mila euro, chiesto dalla Procura della Corte dei Conti, è stato calcolato su una serie di parametri dai militari della Guardia di Finanza. Adesso verrà valutata la difesa proposta da Maglio, inoltre avrebbe anche buone possibilità di incorrere in una prescrizione in suo favore.
LE CONDANNE DEFINITIVE
Era giugno dell’anno scorso quando i giudici della Cassazione hanno ritenuto inammissibile il ricorso presentato da Maglio, confermando la condanna a 9 anni e otto mesi inflitta dalla Corte d’Appello. Definitiva era anche la condanna a cinque anni, in rito abbreviato, per avere abusato di una ragazzina australiana di 16 anni. Attualmente l’ex carabiniere, originario di Sturbo, è nel carcere di Lecce dove dovrebbe scontare almeno altri due anni per le quattordici turiste. Ragazze che ospitava nel suo appartamento all’Arcella dove le drogava e le violentava. Lo contattavano tramite il sito Couchsurfing, perché volevano essere ospitate per trascorrere qualche giorno a Padova e visitare Venezia. La serie di violenze è iniziata nel 2013, quando a marzo sono arrivate le prime ragazze. Alcune delle giovani, in primo grado a Padova, hanno testimoniato in aula con l’aiuto di un interprete e hanno risposto a tutte le domande formulate dal pubblico ministero Giorgio Falcone titolare delle indagini. In particolare tre amiche portoghesi hanno ricordato quei giorni dell’agosto del 2013, quando sono state ospitate a casa dell’ex carabiniere, in servizio prima alla centrale operativa del comando Provinciale e poi alla stazione di Teolo sui colli Euganei. Tutte e tre hanno dichiarato: «Durante la cena a casa di Leonardo (così si faceva chiamare Maglio sui social, ndr) abbiamo bevuto solo un paio di bicchieri di vino. Dopo alcuni minuti ci siamo sentite stordite. Ci ricordiamo solo che siamo finite in una discoteca dove c’era una sfilata di moda». Ma una delle tre compagne di viaggio ha detto: «Io ho bene presente quando Leonardo mi ha toccato nelle parti intime, sullo stesso letto dove stava riposando la madre».