In carcere il complice del killer del carabiniere. È il fratello di un poliziotto ed ex titolare di una ferramenta
Chi è Camillo Giannattasio: il commerciante insospettabile dietro l’arsenale
San Giorgio Ionico, 13 giugno 2025 – Era conosciuto come il titolare di una ferramenta nel centro di San Giorgio Ionico, piccolo comune a pochi chilometri da Taranto, e come fratello di un poliziotto in pensione. Ma Camillo Giannattasio, 57 anni, si è rivelato essere ben più di un tranquillo commerciante.
Arrestato il 12 giugno, Giannattasio è stato trovato in possesso di un vero e proprio arsenale all’interno della sua attività. L’uomo è finito in manette per il suo coinvolgimento nella sparatoria che è costata la vita al brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, avvenuta nelle campagne tra Francavilla Fontana e Grottaglie.
L’agguato al carabiniere e la fuga: Mastropietro e Giannattasio braccati nei campi
La dinamica della tragica giornata del 12 giugno si è sviluppata in due fasi. Dopo una prima sparatoria a Francavilla Fontana, dove ha perso la vita il brigadiere Legrottaglie, Michele Mastropietro, 59 anni e pluripregiudicato, è fuggito in auto con Giannattasio. I due hanno poi abbandonato il veicolo per nascondersi nelle campagne.
Lì, nei pressi della masseria «Le Monache» di Grottaglie, sono stati raggiunti dai carabinieri. Mastropietro ha aperto nuovamente il fuoco contro i militari, rimanendo ucciso nel conflitto a fuoco. Giannattasio, invece, è stato bloccato e successivamente condotto presso la questura di Taranto e la caserma dei carabinieri di Martina Franca, per poi essere trasferito in carcere.
Un nome già noto alle forze dell’ordine: il precedente del 2015
Nonostante un passato ufficialmente incensurato, il nome di Giannattasio non era del tutto nuovo agli investigatori. Nel 2015, durante le indagini su un assalto a un portavalori a Monteiasi, il suo nome era emerso tra i soggetti oggetto di perquisizione.
In quell’occasione, l’inchiesta portò all’arresto di Mastropietro e di altri tre complici. Il commerciante fu poi archiviato dall’inchiesta, ma il suo coinvolgimento indiretto rimase nei dossier degli inquirenti. Mastropietro, invece, fu condannato a nove anni di reclusione.
I nuovi interrogativi degli investigatori: legami mai interrotti?
I tragici eventi del 12 giugno 2025 riaprono ora una serie di interrogativi sulle relazioni tra Giannattasio e Mastropietro. Come può un commerciante apparentemente al di fuori dei circuiti criminali ritrovarsi coinvolto in un’azione armata e detenere un arsenale?
Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire anni di possibili rapporti, frequentazioni e coperture. La presenza dell’arsenale e la complicità nella fuga indicano un coinvolgimento attivo, incompatibile con il ruolo di “commerciante incensurato”.
Il contesto territoriale: San Giorgio Ionico, Grottaglie, e l’ombra della criminalità
L’intera vicenda si svolge in un’area – quella tra Francavilla Fontana, Grottaglie e Monteiasi – già nota per episodi legati alla criminalità organizzata e alle rapine a mano armata. Il ritorno in scena di nomi come Mastropietro e il coinvolgimento di figure apparentemente “pulite” come Giannattasio fa pensare a una rete criminale ancora operativa e strutturata.
Il caso riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle province pugliesi e sul ruolo chiave delle forze dell’ordine italiane nel contrasto alla violenza armata e alla criminalità organizzata.
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