Il Siulm scrive a ministro e csm difesa “mitigare le criticità introdotte dal recente decreto legge del governo del 24 marzo 2022”
Il Sindacato militare SIULM ha scritto una lettera formale al Ministro della Difesa On. GUERINI, informando contestualmente il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio CAVO DRAGONE, evidenziando che con il recente Decreto del 24 marzo 2022, il Governo ha introdotto, tra l’altro, alcune modifiche riguardanti:
• la perdita di efficacia della sospensione dal diritto di svolgere attività lavorativa per il personale militare non ottemperante all’obbligo di vaccinazione anti COVID 2019, mantenendolo però fino al 15 giugno 2015, e prevedendo una sanzione pecuniaria pari a 100 euro, a cura dell’Agenzia delle Entrate per l’inosservanza del predetto obbligo;
• il rientro in servizio a decorrere dal 25 marzo 2022, dei militari precedentemente sospesi, che potranno accedere ai luoghi di lavoro esclusivamente con l’esibizione del c.d. certificato verde base (fino al 30 aprile p.v.). In questo nuovo quadro, quindi il periodo di sospensione dal servizio, determinato dal datore di lavoro, non potrà eccedere la data del 24 marzo 2022 compreso.
Inoltre, sempre nella lettera il SIULM evidenzia che il decreto non contiene alcun riferimento alle tutele sanitarie a favore dei cosiddetti lavoratori militari fragili. Sembrerebbero evidentemente cessate tali tutele con la decretazione della fine dello stato di emergenza al 31 marzo 2022. Non avere confermato nella decretazione d’urgenza le suddette tutele (smart working e equiparazione della malattia a ricovero ospedaliero), costituirebbe un grave vulnus in danno dei lavoratori fragili, specie in questa fase accertata di ripresa del contagio da CORONAVIRUS. Significherebbe, sovraesporre i lavoratori militari in situazione di fragilità accertata e riconosciuta dalle vigenti normative a situazioni di potenziale pericolosità.
Su questo aspetto il SIULM ha chiesto un tempestivo correttivo normativo.
Inoltre è stata denunciata l’ulteriore penalizzazione economica subita dal personale militare che non ha ancora aderito all’obbligo vaccinale che oltre a non aver percepito alcun emolumento per il periodo di sospensione, dovrà farsi carico del pagamento del tampone per accedere al lavoro e/o di eventuali multe comminate dall’Agenzia delle Entrate.
Sulla tematica del pagamento del tampone, è stato chiesto di estendere a tutto il personale delle Forze Armate, le misure di prevenzione adottate per il personale militare e non del Gabinetto del Ministro della Difesa, dove risulterebbe che vengano effettuati dei controlli precauzionali gratuiti anche per i possessori di green pass rinforzato.
Inoltre il SIULM ha evidenziato la necessità di informare in modo capillare tutta la catena di Comando sulla giusta metodologia di gestione per i militari che non intendono sottoporsi alla procedura del tampone per il green-pass base, quindi della possibilità dell’istituto dell’assenza ingiustificata senza conseguenze disciplinari e conservazione del posto di lavoro per i dipendenti di tutte le amministrazioni fino al 15 giugno, ai sensi del comma 4 quinquies del D.L. 44/2021, convertito in Legge 76/21.
Infine, un’altra importante questione necessita di un intervento immediato e riguarda tutti quei militari che, a fronte anche di pochissimi giorni di sospensione, sono già due mesi che non percepiscono lo stipendio, infatti il Dicastero della Difesa a differenza di quello delle Finanze non ha proceduto con la decurtazione di massimo 1/5 dello stipendio.
Ricordiamo che sul tema della tutela del personale sospeso dall’attività lavorativa il SIULM avvalendosi della collaborazione dello studio legale MONTE è in attesa del pronunciamento collegiale del TAR del Lazio che ricordiamo nel febbraio scorso, in sede monocratica si era pronunciato favorevolmente nei confronti dei ricorrenti che erano rientrati in servizio senza penalizzazione economica.