Il S.U.M. rivendica il diritto alla rappresentatività e annuncia un ricorso al TAR per rientrare nelle fila di chi siederà a Palazzo Chigi
Alla vigilia del 24 aprile, data in cui siederanno ai tavoli negoziali i sindacati militari riconosciuti rappresentativi, il S.U.M. rivendica il diritto alla rappresentatività e alla Dire annuncia un ricorso al TAR per rientrare nelle fila di chi siederà a Palazzo Chigi. “Vogliamo proporre una riflessione sulla legge 46 del 2022 che le associazioni professionali a carattere sindacale (come le definisce la norma per il mondo militare) le ha riconosciute in Italia tardivamente e con alcune limitazioni al limite della costituzionalità. Uno di questi, è rappresentato dal criterio imposto dalla legge per la verifica della citata rappresentatività. Ciò nonostante la legge ha rappresentato una democratizzazione all’interno delle Forze Armate dando voce al personale e ha avuto una portata epocale anche se c’è molto da fare. Siamo pronti al confronto per una revisione”, spiega Antonello Arabia, presidente nazionale del S.U.M..
“Abbiamo percezione di un’erosione di diritti riconosciuti. L’invocata specificità per molti è solo una disposizione normativa mai attualizzata, in alcuni casi, come per la legge 46 sui sindacati, diventa una limitazione democratica dei diritti del personale militare. Abbiamo segnali per cui la legge quadro sulla specificità può circoscrivere diritti del nostro personale che si prende cura di disabili o minori”, ha aggiunto Arabia, e ha ricordato: “Avevamo chiesto un incontro a Serino, ora ci aspettiamo un incontro con il nuovo Capo di SME Masiello”.
Pare che il S.U.M. non sia l’unico sindacato ad aver presentato ricorso. Permangono, comunque, diverse criticità irrisolte anche per i sindacati rappresentativi, come l’assenza di distacchi e permessi per i dirigenti sindacali a dieci giorni dalla convocazione governativa, elemento che rende difficile lo svolgimento dell’attività sindacale. Incertezze anche sul prossimo conteggio della rappresentatività, previsto per fine anno, e su quello dell’anno successivo, quando dovrebbe nuovamente cambiare la soglia minima.
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