Editoriale

IL RIORDINO? UN GERONTOCRATI`S KARMA

Ma che cos’è il riordino delle carriere?
Per chi segue il mondo delle divise ma di quel mondo non fa parte è certo strano e particolare far capire di cosa si tratti e per farlo ci possono indubbiamente essere spiegazioni di tipo diverso. La risposta più giusta riguarda l’efficientamento del sistema ossia riequilibrare ruoli e responsabilità rimodulando le qualifiche in base alle mansioni che realmente necessitano alla struttura. Vi è però una risposta meno politica, o comunque percepita, specie da chi dal riordino delle carriere non viene coinvolto, che lo definisce semplicemente come un metodo per regalare avanzamenti di grado a pioggia.
…ma è realmente così?
Diciamo che tra i vari effetti collaterali effettivamente c’è anche quello.
Per carità qualcuno l`avanzamento di grado lo merita anche, ci mancherebbe, sono i sistemi che nei riordini li determinano che forse andrebbero almeno messi in discussione. Per descrivere sommariamente gli effetti reali di questa manovra, avutasi per l`ultima volta nel 1995, immaginate un grande capannone industriale pieno di operai dove a un certo punto si crea un vuoto organizzativo, capi reparto che vanno in pensione, responsabili di area che lasciano in blocco per sopraggiunti limiti di età, vice dirigenti che mollano perché finito il loro percorso lavorativo.

Una normale azienda comincerebbe, probabilmente, a fare una selezione fatta di prove culturali, tecniche, attitudinali rivolta al personale interno ed esterno alla azienda, magari favorendo il personale già della ditta. Nelle forze di polizia, nelle more del riordino, di fatto non avviene, si raggiunge il ruolo superiore di responsabilità semplicemente facendo una domanda e, in base alla anzianità (come requisito principale), si raggiunge il nuovo ruolo superiore. Giusto? Sbagliato?
Ciascuno può porsi nei confronti della questione come meglio crede, io, personalmente, ritengo sia profondamente sbagliato.
Un meccanismo di questo tipo strutturato essenzialmente sulla anzianità di servizio fa scattare in avanti persone che non sono state minimamente selezionate, individui perfetti nel ruolo originario ma che se non adeguatamente scelti attraverso sistemi seri di selezione chiedono di andare avanti solo per prendere qualche soldino in più sullo stipendio…che per carità, diamoglielo, è giusto, ma non costringendoli ad assumere incarichi per cui più facilmente potrebbero fallire.

Un metodo questo che diventa così l’apoteosi della gerontocrazia, non del merito, perché non è un merito diventare vecchi, aspettare, come alcune volte accade, che qualcosa caschi dal cielo, perché se una qualifica la raggiungi senza sacrificio, senza passione, senza la voglia di migliorarti ma solo aspettando che prima o poi arrivi squalifichi non solo la persona che la desidera ma anche tutti coloro i quali che in quel ruolo superiore credono e vogliono continuare a crederci.
Per non parlare di chi pur volendosi impegnare a migliorarsi decide di non fare più niente “che tanto prima o poi mi fanno generale!!!”.
Perché una polizia che funziona passa dal merito, dalla cultura, dal sacrificio di giovani e vecchi al netto di meccanismi gerontocratici che tra baroni e regalie varie hanno distrutto il nostro meraviglioso paese.

In Giacca Blu – Michele Rinelli

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