Polizia

Il fumo non ammazza. Attacco mediatico ad un dirigente della polizia. Solidarietà alle forze dell’ordine

La violenza non è, e non può essere, una soluzione alla crisi sanitaria


Durante la nottata di ieri a Milano, e in altre città italiane, da Torino a Lecce, sono avvenute diverse manifestazioni spontanee, dunque non autorizzate dalla Prefettura, di protesta verso l’ultimo DPCM riguardante i provvedimenti presi per limitare la diffusione del coronavirus.

L’elemento che sta causando maggior discordia è sicuramente la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18.


Nonostante la situazione sanitaria, che peggiora di giorno in giorno, alcuni gruppi sociali hanno deciso di scendere in piazza e protestare in modo violento: dopo essersi incontrati a piazzale Loreto ieri verso le ore 20 si sono diretti verso Stazione Centrale, diventando sempre più violenti man mano che si avvicinavano a Palazzo Lombardia.

In questa marcia violenta, un poliziotto è rimasto ferito da un oggetto, non meglio identificato, lanciato da uno dei riottosi, che hanno anche lanciato molotov, pietre e bottiglie, creando danni a tram, motorini e anche a quegli stessi locali sulla cui chiusura stavano protestando.


Visto come stava degenerando la situazione, la polizia ha deciso di utilizzare i lacrimogeni per disperdere i manifestanti e porre fine alla violenza. Un sito di notizie, però, ha registrato una frase detta da un dirigente della polizia in questo momento di alta tensione. In questa frase il suddetto dirigente ha usato l’espressione “ammazzare con il fumo”: è evidente che si tratti di un inciampo dovuto sicuramente all’alta tensione del momento, soprattutto perché lo sparo dei lacrimogeni non ha mai, in nessun contesto, la funzione di ferire fisicamente qualcuno, ma semplicemente di disperdere le persone.


Il fatto su cui è necessario ragionare non è il perché della protesta, ma il come: è di due settimane fa la protesta organizzata dai lavoratori dello spettacolo, una protesta pacifica e di impatto, che ha riempito piazza Duomo di bauli neri vuoti di ogni strumentazione musicale. Quando però la violenza si inserisce nella protesta ci sono rischi per tutti: manifestanti, poliziotti e civili, e per questo è necessario rispondere con una mano ferma, che non vuole né ferire né tantomeno “ammazzare qualcuno con il fumo”, ma che si preoccupa solamente di mettere fine a una protesta violenta.

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