Il comandante carabinieri di Acqui Terme salva la vita al finanziere: il racconto
ACQUI TERME. Ha dovuto mantenere il sangue freddo, recuperare le nozioni imparate tre anni prima nel corso da soccorritore e mettersi in ginocchio sul pavimento, per iniziare quel massaggio cardiaco che, insieme al defibrillatore, ha salvato la vita al brigadiere della Finanza Alberto Bussolino, 50 anni, colpito da un infarto mentre era in ufficio.
Il maggiore dei carabinieri Gabriele Fabian, dal settembre 2019 comandante della Compagnia di Acqui, giovedì alle 13 era in Procura ad Alessandria, per un appuntamento di lavoro con il magistrato Tiziano Masini. Mentre aspettava con un collega il suo turno, tra gli uffici si è scatenato il panico. «Bussolino si sente male» hanno iniziato ad agitarsi all’improvviso cancellieri e impiegati, notando il collega che si accasciava a faccia in giù sulla scrivania. Pare fosse qualche giorno che non si sentiva bene. «Non respira, non si muove!» si sono allarmati fra i corridoi della Procura.
Qualcuno ha chiamato il 118, mentre altri sono andati a recuperare un defibrillatore portatile, a disposizione nell’edificio. Non si poteva aspettare l’arrivo dell’ambulanza senza fare nulla, ma di fronte alla necessità di usare il dispositivo c’è stato un attimo di esitazione generale.
E a quel punto, come raccontano dall’Arma, il maggiore ha deciso di prendersi la responsabilità di intervenire, facendo affidamento su quanto imparato in un corso da soccorritore laico e seguendo con scrupolo le istruzioni impartite dal defibrillatore. Ha sbottonato la camicia del collega, steso sul pavimento, e ha applicato gli elettrodi. Poi ha iniziato il massaggio cardiaco manuale. Due serie da quindici massaggi, prima di rilasciare la scarica, dopo la quale il brigadiere ha tossito e ripreso a respirare con difficoltà.
Fabian ha proseguito il massaggio per altre due serie, ma senza liberare altre scariche, come indicato dal defibrillatore. I medici del 118, arrivati poco dopo, hanno trasferito l’uomo in ospedale, sottoposto ad angioplastica d’urgenza per arginare i danni del grave infarto. La prontezza e il sangue freddo del maggiore sono stati fondamentali per salvargli la vita.