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I TRUCCHI DELLE FORZE SPECIALI PER VINCERE LA PAURA

(di Christine Kewitz) – Navy SEALs (che sta
per Sea, Air, Land) sono le forze speciali americane addestrate per tutte le
evenienze. Il loro motto ufficiale è “l’unico giorno facile era ieri”
e i membri che la compongono sono tosti quanto il motto.

Ma anche se hanno la
stoffa da supereroi, sono pur sempre degli esseri umani. Anche loro hanno
bisogno di appigliarsi a qualche espediente psicologico per poter affrontare i
rischi e le sfide del loro lavoro.
Naturalmente i trucchi
di sopravvivenza dei SEALs sono utili a chiunque, visto che alla base del
nostro rapporto con la paura c’è la struttura del nostro cervello (e in questo
non siamo troppo diversi da loro.) L’amigdala, che si chiama così
per via della sua forma che ricorda una mandorla, è il fulcro del sistema
limbico e il luogo in cui si concentra il sentimento di paura. Controlla
l’istinto alla fuga, l’aggressività e partecipa a ogni forma di emozione con la
gestione di affetti e desideri.
Quando ci troviamo in
una situazione di pericolo, l’amigdala reagisce con un impulso istintivo, molto
prima che la corteccia prefrontale si attivi e che la situazione precipiti. Per
ottenere il controllo di queste paure così radicate nel cervello umano, i SEALs
vengono aiutati dai cosiddetti Big Four—quattro psicologi altamente
specializzati nella gestione del panico.
Anche solo il dover
parlare in pubblico può attivare un forte impulso, perché la disapprovazione da
parte degli altri è una delle paure originarie dell’uomo. Se anche voi volete
imparare a programmare i vostri istinti, ecco un manuale di trucchi psicologici
da provare sulla propria pelle per proteggersi dai pericoli quotidiani:
1. FISSARE GLI OBIETTIVI
Ponetevi come fulcro
emotivo un’esperienza particolarmente importante. Possibilmente qualcosa che
possa verificarsi in un futuro non troppo lontano. Questa idea diventerà
l’ancora del vostro equilibrio interiore.
Visto che l’amigdala
nelle situazioni di stress si attiva in maniera incontrollata, determina il
caos totale. Attraverso il controllo intensivo di questo movimento interiore,
invece, diventa possibile per la corteccia frontale fare ordine nel
sovraffollamento mentale e tranquillizzare l’amigdala.
La corteccia frontale è
considerata anche la parte più umana del cervello e a volte viene descritta
come “organo della civilizzazione.” I SEALs, in situazioni
particolarmente pericolose, spesso pensano alle loro famiglie, ai loro amici,
alla religione o ad altre cose che ritengono importanti.

2. AUTOMATIZZAZIONE ATTRAVERSO IL TRAINING MENTALE
Questa tecnica di
training mentale a cui si appellano i SEALs è nota a molti con il nome di
“visualizzazione.” Consiste nell’immaginare situazioni di pericolo il
più spesso possibile, di modo che diventino automatiche. Anche gli atleti
utilizzano questa tecnica: immaginano il loro salto o il loro sprint nei minimi
dettagli per acquisire sicurezza.
Le persone normali, che
non devono liberare ostaggi né salvare gli alpinisti rimasti intrappolati,
hanno senz’altro delle priorità differenti in termini di visualizzazione
rispetto ai Navy SEALs. Ma anche i colloqui di lavoro, i discorsi in pubblico o
gli incontri di affari possono essere pensati in questi termini.
È importante immaginare
mentalmente non solo la situazione in generale, ma anche ogni dettaglio che
potremmo incontrare sulla nostra strada. E visto che niente va mai secondo i
piani, ogni imprevisto deve essere pensato; una delle tecniche è associare ogni
gesto automatizzato a un colore per prepararsi al meglio. Chi parla spesso in
pubblico usa queste tecniche, e anche gli psicologi lavorano in questo modo per
aiutare i pazienti affetti da fobie.
3. DIALOGHI INTERIORI PER ACQUISIRE SICUREZZA
Ok, per capire che c’è
una enorme differenza tra i dialoghi interiori che provocano terrore e quelli
che provocano felicità non bisogna essere lettori appassionati di libri di PNL.
I SEALs, nel corso dei loro training, imparano per routine a mandare messaggi
positivi a se stessi.
Se si pensa di avere la
capacità di ascoltare e capire fino a 400 parole al minuto come loro, allora ha
senso lanciarsi in una cascata di dialoghi interiori, ovviamente evitando di
pensare a cose tristi. Anche l’amigdala si lascia influenzare dai pensieri
positivi, è anche così che diventa possibile placare il panico senza controllo.
4. CONTROLLO DELLA TENSIONE CON IL RESPIRO
Perché non utilizzare
un’altra tecnica tradizionale? Esatto, il respiro. Inspirare ed espirare
profondamente ci riporta con i piedi per terra e placa le nostre reazioni
fisiche. Espirare a lungo imita il reale processo di rilassamento del corpo,
mentre l’inspirare ossigena il cervello e migliora le capacità cognitive.
Per contrastare le
reazioni irrazionali dell’amigdala è anche importante combinarle. Inspirare ed
espirare a lungo, più volte. Per chi non conoscesse la differenza tra un
respiro lungo e corto, è consigliabile contare fino a cinque.

Insomma, chi vi dice che
i trucchi dei Navy SEALs non possano tornarvi utili tra le corsie del
supermercato o quando tornate a casa in piena notte?

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