Gli interessi della Turchia su Cipro minacciano la cooperazione tra UE e Nato
Gli interessi geopolitici sollevati dalla Turchia sull’isola di Cipro minacciano di diventare un problema per il percorso di stretta cooperazione avviato da Unione europea e NATO. La NATO e l’UE hanno firmato la loro terza dichiarazione politica a gennaio, promettendo una più stretta cooperazione su questioni relative alla sicurezza euro-atlantica.
In quell’occasione le due organizzazioni hanno anche ampliato l’elenco delle aree di cooperazione alla “protezione delle infrastrutture critiche, delle tecnologie emergenti e dirompenti, dello spazio, delle implicazioni per la sicurezza del cambiamento climatico, nonché della manipolazione e dell’interferenza straniere nel campo dell’informazione”.
Nonostante l’apparente messaggio di unità nella dichiarazione, la Turchia all’epoca comunicò quasi immediatamente che non si sarebbe allineata al documento, hanno riferito a EURACTIV diversi diplomatici della NATO. L’opposizione è stata in gran parte motivata da considerazioni politiche sulla disputa di Cipro, hanno affermato i diplomatici.
Cipro è divisa dai tempi dell’invasione turca del 1974, innescata da un breve colpo di Stato di ispirazione greca. La parte settentrionale rimane sotto il controllo dell’autoproclamato governo della “Repubblica turca di Cipro del Nord” che ad oggi non riconosciuto dalla comunità internazionale. La Repubblica di Cipro, che occupa la parte meridionale dell’isola, è invece entrata all’interno dell’Unione europea nel 2004.
Dall’inizio dei colloqui di pace nel settembre 2008, innumerevoli tentativi di mediare un’intesa tra le due parti sono falliti.
Dopo un vertice non andato a buon fine nel 2017, le posizioni dei greco ciprioti e dei turco ciprioti si sono allontanate sempre di più, ostacolando la cooperazione in diverse questioni importanti e aumentando le tensioni nel Mediterraneo orientale.
Ankara ritiene che la dichiarazione secondo cui entrambe le organizzazioni “porteranno avanti il partenariato NATO-UE in stretta consultazione e cooperazione con tutti gli alleati dell’Alleanza atlantica e gli Stati membri dell’UE” (tra cui la Repubblica di Cipro) vada contro gli interessi della Turchia e della comunità turca a Cipro, ha appreso EURACTIV.
Ritardi nella tabella di marcia
Se l’irritazione di Ankara finora ha avuto poche implicazioni pratiche, potrebbe bloccare i progressi sulla Roadmap UE-NATO, che prevede una serie di argomenti concreti e pratici per la cooperazione tra UE e NATO e avrebbe dovuto essere concordata contemporaneamente alla dichiarazione politica dello scorso gennaio. Tutti “comprendono l’importanza di rafforzare la relazione, ma sembra che ci sia un problema”, hanno riferito due diplomatici dell’Alleanza atlantica in merito allo stato del documento.
“L’Ue ha Cipro, la Nato ha la Turchia”, ha osservato il diplomatico, sottolineando vi sono pressioni da entrambe le parti.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato lo scorso dicembre che l’alleanza sostiene fortemente “gli sforzi delle Nazioni Unite per cercare di trovare una soluzione negoziata e pacifica. Penso che sia l’unico modo per affrontare le sfide e le questioni irrisolte a Cipro”.
Attualmente, 22 membri della NATO sono anche Stati membri dell’UE, rappresentando un terzo dell’alleanza militare dall’adesione della Finlandia ad aprile.
La Svezia, che ha presentato domanda di adesione la scorsa primavera e attende il via libera dalla Turchia, porterà il numero a 23. Paesi neutrali dell’UE come Austria, Irlanda, Malta e Cipro non fanno parte dell’alleanza militare.
L’attuale roadmap di cooperazione della NATO e dell’UE risale al 2018 in un contesto molto diverso da quello attuale caratterizzato dal confronto con la Cina e dall’invasione russa dell’Ucraina.
Con 74 proposte, la dichiarazione del 2018 si è concentrata sul miglioramento della mobilità militare delle truppe e delle attrezzature sul territorio, sulla sicurezza informatica, sulle minacce ibride, sull’antiterrorismo e sull’inclusione delle donne nelle questioni di sicurezza.
Negli ultimi tempi, la Turchia ha anche bloccato la collaborazione tra l’operazione Irini dell’UE, che controlla l’embargo di armi e petrolio in Libia, e l’operazione NATO Sea Guardian.
Claudio Graziano, l’ex presidente del Comitato militare dell’UE, aveva affermato in una conferenza sulla sicurezza nel Mediterraneo nel 2021 che l’Unione europea dovrebbe “cercare di superare alcuni degli attuali ostacoli alla cooperazione con la NATO”.
“Un problema che potremmo facilmente individuare (è) nel Mar Mediterraneo, tra l’Operazione Irini e Sea Guardian: in un mondo perfetto avremmo avuto un’unica operazione, ma oggi potremmo e dovremmo puntare a una migliore cooperazione”, aveva aggiunto Graziano.
A luglio, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il capo del Consiglio europeo Charles Michel saranno invitati a partecipare a una sessione di lavoro con gli Stati membri della NATO al vertice di Vilnius dell’Alleanza atlantica in una dimostrazione di stretta collaborazione tra le due organizzazioni e i loro Stati membri.
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