Forze Armate, nasce la figura del soccorritore militare
Nei Teatri Operativi, oggi più che mai, è indispensabile conferire alle unità un'”autonomia sanitaria” sia in termini di equipaggiamento che di capacità tecniche nel campo della medicina d’urgenza pre-ospedaliera, per garantire l’immediatezza dell’intervento di soccorso, subito dopo l’evento, ovvero il ferimento del militare, e la continuità dell’assistenza dei feriti, fino all’arrivo del personale medico e paramedico, o allo sgombero in una struttura sanitaria.
Per far fronte a casi di emergenza, quindi, d’intesa con il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, è stata istituita una nuova figura professionale denominata “soccorritore militare”, capace di “interventi sanitari” che prevedano l’attuazione di manovre salvavita. Si tratta, di militari, non appartenenti alla componente sanitaria, in grado di svolgere azioni solo in caso di manifesta necessità ed esclusivamente durante operazioni militari in Teatri Operativi, a seguito di incidenti/eventi che coinvolgono la sua unità.
In particolare, i soggetti interessati, a seguito della frequenza di un corso di qualificazione svolto presso la Scuola Sanità e Veterinaria Militare, acquisiscono capacità nel trattamento dei traumi da combattimento per operare in condizioni estreme, fermo restando l’inderogabile osservanza di specifici principi che circoscrivono l’ambito delle loro competenze.
Al riguardo, il D.L. 209 in data 30 dicembre 2008 in materia di “Proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace” legittima giuridicamente il “soccorritore militare” e le relative possibilità di intervento.
La professionalità del “soccorritore militare” pone l’Esercito, nello specifico settore, al medesimo livello dei maggiori Paesi alleati o amici.
Ecco la risoluzione che ha impegnato il governo
“ La IV Commissione, premesso che:
l’articolo 213, comma 1, lettera b), del codice dell’ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, istituisce la figura del ‘soccorritore militare’ (personale militare non sanitario) che interviene con immediatezza per il soccorso di un ferito, lo assiste fino all’arrivo del personale sanitario e provvede a un eventuale trasferimento dello stesso ferito presso una struttura sanitaria, esclusivamente nelle aree operative all’estero in cui si svolgono le missioni internazionali, nonché sui mezzi aerei e sulle unità navali;
nello specifico, i soccorritori sono militari, non appartenenti alla componente sanitaria, ma specificatamente formati per svolgere azioni mediche di fondamentale importanza in contesti sia nazionali sia internazionali, a seguito di incidenti o di eventi che coinvolgono la loro struttura di appartenenza;
a tal proposito, anche alla luce degli ultimi eventi registrati nei teatri operativi, è indispensabile conferire alle unità testé menzionate una ‘autonomia sanitaria’, in termini sia di equipaggiamento che di capacità tecniche nel settore della medicina d’urgenza pre-ospedaliera, per garantire l’immediatezza dell’intervento di soccorso, subito dopo l’evento, e la continuità dell’assistenza dei feriti;
peraltro, nell’ambito del lavoro svolto sinora dalla Difesa nella lotta al Covid-19 anche nella somministrazione dei vaccini, i soccorritori militari coadiuvati da personale medico incrementerebbero notevolmente il processo già in corso così da arrivare tempestivamente alla cosiddetta immunità di gregge;
è dunque opportuno valorizzare la figura del ‘soccorritore militare’, già prevista nel nostro ordinamento, anche nell’ambito delle tutele, al fine di porre le Forze armate italiane al livello dei più avanzati Paesi esteri per quanto concerne la gestione delle emergenze sanitarie,
impegna il Governo:
ad istituire, attraverso opportune iniziative amministrative, la figura del soccorritore militare per le forze speciali, alla luce delle peculiarità dell’ordinamento militare”.
SOCCORRITORE MILITARE NEL DL AIUTI – RIZZO “UNA BUONA NOTIZIA CHE FA SEGUITO ALLA MIA RISOLUZIONE APPROVATA IN COMMISSIONE DIFESA”
“I relatori alla Camera dei Deputati al DL Aiuti, hanno avanzato e fatto approvare un emendamento che prevede l’istituzione della qualifica di soccorritore militare delle Forze speciali. Inizia a concretizzarsi così la risoluzione sul soccorritore militare a mia prima firma in Commissione Difesa e votata nello scorso luglio 2021. È una buona notizia e ringrazio i relatori e il Governo per aver dato seguito alla mia risoluzione approvata per di più all’unanimità.” Lo afferma, in una dichiarazione, Gianluca Rizzo, Presidente della Commissione difesa della Camera dei Deputati. “Nella risoluzione – prosegue Rizzo – la Commissione Difesa chiedeva di istituire un tavolo tecnico per la definizione, anche attraverso la modifica del protocollo di intesa del 2008, delle funzioni che possono essere assegnate al soccorritore militare che opera presso le Forze speciali dei Corpi armati, in ragione della frequenza al corso Nato Special Operations Combat Medic (Nsocm) o a un corso equivalente e delle specifiche modalità d’impiego e di intervento delle stesse Forze speciali”. “Aver dato seguito ad un tema così importante per la sicurezza dei nostri ragazzi e ragazze all’estero – precisa il Presidente Rizzo – è sicuramente un fatto di rilievo anche se, per quel che riguarda il testo, modificato dall’emendamento in questione, credo che sia necessario dare una interpretazione autentica e corretta.” “Mi auguro infatti- conclude il Presidente Rizzo- che nell’ambito delle risorse individuabili, i due Dicasteri indicati (Difesa e Salute) continuino a creare le giuste condizioni di eccellenza per proiettare i nostri operatori delle Forze speciali agli stessi livelli dei nostri alleati in termini di capacità operativa sul campo ma anche di riconoscimento internazionale della qualifica.”