Fondazione Monti, il generale Capolupo nuovo presidente del CDA
La Santa Sede ha nominato il Gen. Saverio Capolupo, ex-Comandante Generale della Guardia di Finanza, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Maria Monti, ente proprietario e gestore dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma.
Subentra a padre Giuseppe Pusceddu, superiore della Provincia italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. “La Santa Sede continua a manifestare la sua vicinanza e il suo sostegno alla Fondazione e alle sue opere, che perpetuano l’eredità di padre Monti attraverso la sollecita cura dei sofferenti e la fraterna attenzione alle loro necessità”, sottolinea una nota diffusa in Vaticano.
Capolupo era stato nominato nel 2019 consulente delle strutture previste dell’Ordinamento Giudiziario dello Stato della Città del Vaticano in materia economica, tributaria e fiscale.
Nato a Capriglia Irpina il 24 maggio 1951, Capolupo è stato, dopo la pensione, Consigliere di Stato dell’Italia dal 9 novembre 2016. La sua nomina sembrerebbe mostrare che la Santa Sede sta sempre più guardando al modello italiano per risolvere alcuni problemi interni, ricorrendo ad una politica di porte scorrevoli tra incarichi italiani e vaticani. La nomina di Capolupo, in questo senso, ha la stessa matrice di quella di Giuseppe Pignatone a presidente del Tribunale dello Stato di Città del Vaticano, o di quella di Carmelo Barbagallo a presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria, ora ASIF.
Padre Pusceddu era succeduto ad Antonio Maria Leozappa, che era a sua volta succeduto a Maria Pia Garavaglia, presidente del 2016 al 2017. Era comunque dal 2013 che la congregazione non partecipava alla guida dell’IDI, da quando Benedetto XVI aveva, nel 2013, nominato un commissario per valutarne lo stato finanziario. L’IDI, infatti, si era ritrovato con 800 milioni di euro di debiti a causa di una sistematica appropriazione indebita dei fondi da parte di alcuni amministratori, e aveva dovuto dichiarare bancarotta nel 2012.
Nel 2015, la Segreteria di Stato vaticana ha acquisito l’ospedale, tirandolo fuori dalla bancarotta amministrata dallo Stato italiano, attraverso una partnership for profit con l’ordine religioso che aveva posseduto e gestito l’ospedale.