FIRENZE, PARLA UNO DEI CARABINIERI: «SONO UN PADRE DI FAMIGLIA, NON SONO UN MOSTRO. MI SONO FATTO TRASCINARE, SONO DEVASTATO»
Oggi sarà ascoltato l’altro accusato. Il carabiniere capopattuglia che due giorni fa ha ammesso in Procura di aver avuto rapporti sessuali con la studentessa che lo accusava della violenza, ha messo in fila i ricordie, prima di presentarsi davanti al pubblico ministero, ha raccontato tutto alla sua avvocata, Cristina Menichetti.
Le sue parole le riporta oggi il Corriere della Sera: «Non so com’è stato possibile che mi sia fatto trascinare in quella situazione eppure ci sono finito — ha detto —. Ho fatto una cosa inqualificabile, lo so. Ho violato i doveri di servizio, ho sbagliato tutto. Ma ho rischiato la pelle e ho fatto del bene alla gente per vent’anni. Io non sono un mostro, sono un padre di famiglia e non voglio che mi chiamino stupratore perché non ho stuprato nessuno. È stata lei a invitarmi a salire, credevo che avesse una trentina d’anni e non venti perché ne dimostrava di più, non mi sembrava ubriaca ed era consenziente, io non ho percepito nessuna contrarietà e non ho commesso nessuna violenza».
Anche l’altro carabiniere, che dovrebbe essere ascoltato oggi dagli inquirenti, potrebbe sostenere la difesa del collega, dicendo che il rapporto sessuale era consenziente e di non essersi accorto che la ragazza che stava con lui era ubriaca. Ma per ora sulla sua versione si fanno soltanto ipotesi, visto che non si conosce nemmeno chi lo difenderà durante l’interrogatorio.
Le due ragazze da qualche giorno sono in una struttura protetta, “è molto scossa – dice Zanobini parlando della 19enne -, come la sua amica. Alla scuola avevano detto loro di fidarsi solo di polizia e carabinieri…”. Una raccomandazione che sembra prassi negli Stati Uniti quando gli studenti partono per venire in Italia. Le loro università stipulano pure delle assicurazioni, e anche le due giovani ce l’avevano: sono polizze “che comprendono varie cose, dalla rapina all’incidente, dal furto ai problemi che potrebbero sorgere dal troppo bere e altro ancora….”, precisa Zanobini, spiegando che invece non c’è un’assicurazione specifica sulla violenza sessuale.