Finanza e Carabinieri protestano: “100 milioni per straordinari a beneficio solo di polizia e dirigenti delle Forze Armate”
In un clima di crescente tensione tra le forze dell’ordine e il governo, i sindacati militari hanno lanciato un grido d’allarme che non può passare inosservato.
100 milioni per lo straordinario
La recente manovra finanziaria, che prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro per il pagamento degli straordinari, ha scatenato una reazione a catena tra le rappresentanze sindacali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
“Un contentino che non basta”
“Accogliamo con favore lo stanziamento di 100 milioni di euro in LEGGE di BILANCIO, seppur non strutturato, ma non ne condividiamo la destinazione per il pagamento delle ore di straordinario non ancora retribuite”, tuonano i sindacati in un comunicato congiunto.
Questa dichiarazione, apparentemente contradditoria, nasconde una critica più profonda al sistema attuale.
I rappresentanti sindacali, infatti, vedono in questa mossa del governo una conferma delle loro “osservazioni e richieste pregiudiziali” portate al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto.
La disparità che fa discutere
Questo stanziamento è giustificato ‘dall’obbligo’ di pagamento delle ore di straordinario prestate, tagliate e non recuperate previsto dal contratto per il personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile.
Il personale dell’Arma e della Guardia di Finanza non gode di questa condizione contrattuale, tanto che i Comandi Generali dei Corpi hanno già liquidato ore di straordinario tagliate nell’anno 2023 sino alla misura massima rispettiva di 130 e di 180 ore per gli aventi titolo, costringendo i soli contrattualizzati al recupero delle ore di straordinario eventualmente ancora non pagate.
Una prima considerazione emerge chiaramente con riferimento alla irragionevole disparità di trattamento tra i poliziotti civili, a cui viene pagato tutto lo straordinario prestato, e quelli militari nei confronti dei quali si può remunerare lo straordinario anche sotto forma di recupero compensativo, con evidente danno economico e previdenziale.
Una seconda considerazione emerge con riferimento alla destinazione dello stanziamento e rafforza la nostra richiesta di rivedere le norme che regolano il lavoro straordinario.
Un’opportunità mancata?
I sindacati non si limitano a criticare, ma propongono anche soluzioni alternative. “È evidente che queste risorse, se strutturate ed in presenza di una più ‘oculata’ ed ‘equa’ gestione delle risorse umane e di una conseguente riduzione delle ore di straordinario prestate, avrebbero potuto essere utilizzate per destinazioni più utili ed opportune”, affermano.
Tra le proposte avanzate figurano “indennità accessorie, previdenza dedicata e complementare o anche trattamento fisso, defiscalizzazione del FESI”.
La richiesta di omogeneizzazione
Il comunicato si chiude con una richiesta perentoria: “l’urgente omogeneizzazione delle norme che disciplinano il pagamento delle ore di straordinario tagliate tra forze di polizia ad ordinamento militare e forze di polizia ad ordinamento civile“. I sindacati chiedono inoltre “la revisione delle norme contrattuali che regolano lo straordinario, al fine di prevedere un’identica rivalutazione del compenso tra personale dirigente e personale non dirigente“.
Un fronte unito
Il comunicato, firmato congiuntamente da un ampio spettro di sigle sindacali – USIC, SIM CC, UNARMA, NSC, SIUL CC, USMIA CC, USIF e SILF – rappresenta un fronte unito e compatto. Queste organizzazioni, che rappresentano “la stragrande maggioranza del personale sindacalizzato dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza”, lanciano un avvertimento chiaro: lo straordinario non deve diventare “uno strumento pianificato impropriamente e utilizzato per coprire carenze organizzative o di personale o per conseguire rendite garantite”. Un messaggio inequivocabile al governo e ai vertici delle forze dell’ordine, che sottolinea la necessità di un dialogo costruttivo per il futuro del settore.
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