Esercito: Caserme fatiscenti e condizioni di vita precarie per i militari, ma si punta al riarmo
Le caserme dove alloggiano i militari impegnati nell’operazione “Strade sicure” versano in condizioni a dir poco indecenti, con “stanze obsolete, condizioni alloggiative precarie, insufficiente numero di docce funzionanti e un sistema di riscaldamento inadeguato”, come denuncia il sindacato Itamil Esercito in un recente comunicato.
Caserme fatiscenti per i militari impegnati in Strade Sicure
“Secondo alcune testimonianze fotografiche ricevute, la risposta a queste carenze si è limitata ad offrire coperte aggiuntive contro il freddo e tappi per le orecchie per mitigare il rumore dei lavori di ristrutturazione”, prosegue il comunicato. “Queste misure, purtroppo, non fanno che sottolineare la gravità delle condizioni vissute dal personale, potenzialmente in violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro”.
Il sindacato denuncia in particolare la situazione della Caserma Morelli di Popolo a Torino, dove “i militari devono fare i conti con materassi sporchi e disturbi durante il riposo dei nuclei operativi a causa di lavori edili”, oltre alle già citate carenze strutturali.
10.000 nuovi arruolamenti, ma mancano i fondi
Nonostante questo quadro allarmante, la Difesa sembra puntare altrove. L’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha recentemente “evidenziato l’urgente bisogno di un incremento significativo delle forze armate italiane, stimando un fabbisogno di almeno 10.000 nuovi militari“.
Allo stesso tempo, però, comunicazioni interne allo Stato Maggiore dell’Esercito rivelano “vincoli di bilancio per l’anno 2024 che impediranno rinnovi contrattuali, negando ai VFP1 la possibilità di estendere il servizio nell’Esercito”. Questo potrebbe portare al congedo di migliaia di giovani soldati che avevano investito le loro speranze nella carriera militare.
La denuncia del sindacato: prima la dignità dei militari
Il sindacato Itamil Esercito ha inviato diverse segnalazioni al Ministro della Difesa e ai vertici militari, sollecitando interventi urgenti. Nelle comunicazioni, si critica anche l’assurdità dei test di ammissione per il ruolo di VFP4, basati su argomenti generici invece che sulle competenze professionali. “Prima di concentrarsi su grandi manovre e riarmo, come sembra fare la linea attuale del Ministero, è essenziale prendersi cura del personale militare, del loro presente e futuro”, conclude il comunicato del sindacato Itamil Esercito. Ora attendono risposte concrete per risolvere una situazione non più accettabile.
La situazione sembra paradossale: si vogliono arruolare nuove leve e potenziare l’arsenale, ma intanto le condizioni di vita di chi già presta servizio sono ben al di sotto degli standard minimi di dignità.
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