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ELEMOSINA PER I SERVITORI DELLO STATO ED IL GOVERNO HA IL CORAGGIO DI VANTARSI

(di Francesca Musacchio)  Una firma estorta per motivi elettorali e in violazione dei diritti dl chi si occupa della nostra sicurezza. La notte tra giovedì e venerdì, il governo uscente ha compiuto l’ultimo atto di questa legislatura che penalizza fortemente il comparto sicurezza con un rinnovo contrattuale che ha scontentato tutte le rappresentanze delle forze armate e di polizia. Anche tra chi ha firmato, costretto per non far decadere la rappresentatività, si leva un grido di rabbia per le condizioni economiche e normative imposte dal governo che suonano come «un’elemosina di Stato». Oltre che una propaganda utile solo ai fini della campagna elettorale, ma che non soddisfa le esigenze di poliziotti, carabinieri e militari. Sugli aumenti previsti in busta paga, infatti, alla fine dei conti vengono fuori cifre che fanno perdere potere d’acquisto invece che portare un reale guadagno.

Delle 44 euro medie di aumento al mese in busta paga, infatti, guardando le tabelle si scopre che un agente, ad esempio, ha una perdita reale di oltre 57 euro. Mentre un Caporal Maggiore Scelto, secondo i parametri previsti dal contratto, si troverà un incremento mensile lordo pari a 17,84 euro. Oltre il danno, dunque, anche la beffa. «E una vergogna rispetto a chi tutti i giorni rischia la vita in strada – tuona Gianni Tonelli segretario  generale del SAP – E non soltanto per la sostanza dei fatti riscontrabili dai dati nella tabella che dimostrano che in questi anni abbiamo avuto una forte erosione del potere d’acquisto del salario; ma soprattutto per l’atteggiamento irrispettoso nei confronti di coloro che per una manciata di lenticchie rischiano la vita tutti i giorni su strada. Avranno almeno il diritto ad essere ascoltati e rispettati nella loro dignità? Non solo non hanno il diritto di scioperare ma neppure il diritto di esprimersi attraverso i loro rappresentanti, soprattutto, quando la legge glielo riconosce. Una triste involuzione democratica indegna per il nostro Paese».

 

Per mesi il tavolo per la concertazione è stato ignorato dal governo. Una circostanza denunciata in più oc-casioni dalle rappresentanze Cocer e dai sindacati di Polizia che hanno spiegato come, benché sia stata inaugurata a luglio scorso, solo il 22 dicembre si è riunito il primo tavolo. In quell’occasione il governo è arrivato con una proposta di rinnovo contrattuale già pronta per la firma, senza aprire minimamente la contrattazione. Quel tavolo è saltato e in quelli di gennaio non è andata meglio. La posizione del governo è sempre stata quella di chiudere in fretta la questione presentando bozze di contratto sempre meno gradite.

Alla fine, con un blitz notturno che ha visto anche la convocazione d’urgenza dei ministri Pinotti, Orlando e Minniti, le condizioni proposte sono state sottoscritte dalla maggior parte dei rappresentanti. I Cocer di Marina, Aeronautica e quello in rappresentanza dei Brigadieri dei Carabinieri, non hanno firmato. I sindacati di polizia, invece, per un sistema palesemente ingiusto, sono stati costretti a farlo per evitare di perdere la possibilità di partecipare alla concertazione per i prossimi 10 anni.

Ma il risultato ancora più disastroso di questa vicenda, è una spaccatura profonda del comparto sicurezza, che non ha potuto portare avanti insieme le istanze. «Le modalità con cui è stata condotta questa concertazione dichiara a Il Tempo Antonello Ciavarelli, rappresentante Cocer Marina Militare – non si sono mai viste dal 1995, da quando cioè fu istituita la concertazione. Non c’è una norma che  è all’altezza di soddisfare il personale». Ma ancora più grave è l’aspetto che riguarda i corpi speciali: «Nulla è stato previ-sto per i corpi come gli Incursori, il Battaglione San Marco e i Sommergibilisti – aggiunge Ciavarelli – Per questo motivo il Cocer Marina non ha ritenuto di firmare. Al primo posto per noi – conclude – c’è la dignità del personale». Tra le altre voci di dissenso c’è anche quella del Cocer carabinieri che rappresenta i Brigadieri. È la prima volta che si verifica questa divisione all’interno della stessa rappresentanza. Il delegato dei Brigadieri non ha firmato (al contrario di Appuntati, Marescialli e Ufficiali) il contratto perché, spiega Antonio Tarallo, «1’85% dei colleghi che rappresento considerano questo contratto un’elemosina. Non me la sono sentita di tradire il loro mandato dopo anni di attesa per il rinnovo». (Il Tempo)

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