“È la dimostrazione che il Paese sa rialzarsi”
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte oggi alla cerimonia di inaugurazione del nuovo viadotto di Genova San Giorgio. Ad accoglierlo il ministro alle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, il sindaco di Genova e commissario straordinario alla ricostruzione Marco Bucci con il governatore Ligure Giovanni Toti. Le autorità genovesi hanno consegnato a Conte una mascherina con il logo della croce rossa in campo bianco, la croce di San Giorgio simbolo della città di Genova, che il presidente del Consiglio ha indossato prima di avviarsi verso il tendone allestito per la cerimonia.
Presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che prima della cerimonia ha incontrato i familiari delle vittime. Il comitato dei familiari ha infatti deciso di non partecipare all’inaugurazione. Accompagnato da un corteo presidenziale, il Capo dello Stato ha fatto ingresso nel tendone sistemato sulla carreggiata a monte del nuovo viadotto e sulle note dell’Inno d’Italia è iniziata ufficialmente la cerimonia di inaugurazione del ponte.
Tre minuti di raccoglimento sul nuovo viadotto. Prima la pioggia come annunciato anche dalle previsioni, poi il cielo si è schiarito lasciando spazio a un arcobaleno che ha incorniciato il cielo della Val Polcevera proprio all’arrivo delle autorità. Oltre alla presenza delle più alte cariche dello Stato, fra cui la presidente del senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico, circa 500 gli invitati tra cui anche il capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli, il capo della Polizia Franco Gabrielli, tutti gli amministratori delegati e i rappresentanti dei cantieri coinvolti nell’opera oltre alle forze armate.
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Dal palco, dopo l’arrivo di Mattarella è stato suonato l’Inno d’Italia, poi la lettura dei nomi delle 43 vittime del disastro. E infine le note del Silenzio a introdurre i 3 minuti di raccoglimento dedicato alla memoria di chi perse la vita nella tragedia di Genova.
CONTE – “Genova deve ripartire e lo fa da qui”, dice il premier Giuseppe Conte dal palco. Per il presidente del Consiglio, la ricostruzione del Ponte è il frutto della “virtuosa collaborazione tra politica, amministrazione, impresa e lavoro”. “Il Ponte che oggi inauguriamo è figlio della volontà di ricomporre ciò che è stato spezzato ma anche delle competenze e dei talenti”, ha aggiunto il premier. “Oggi Genova riparte, forte della sua fiera operosità, così come ha fatto in tanti momenti della sua gloriosa storia, confidando soprattutto nella forza del lavoro”, ha detto ancora, sottolineando: “Genova è la dimostrazione che il nostro Paese, al contrario di tanti stereotipi, sa rialzarsi, sa affrontare e superare le difficoltà, sa tornare a correre”.
“Questo ponte – ha spiegato il premier – ci restituisce un’immagine di forza e anche di leggerezza”. “Questo è il ponte – ha aggiunto – frutto della forza del lavoro, dell’energia creativa del genio italico. L’architetto Renzo Piano ce lo ha ricordato: dalla sua idea progettuale è passato poco più di un anno, circa mille duecento persone hanno lavorato indefessamente per realizzare questa opera mirabile”.
“Il ponte che oggi inauguriamo è figlio di questa forza d’animo, della volontà di ricomporre ciò che è stato spezzato, ma anche delle competenze e dei talenti. Genova deve ripartire e lo fa da qui”. “Questo ponte ha la funzione di creare questa nuova unità dopo la profonda frattura determinata dal tragico crollo del 14 agosto 2018, di generare nuova fiducia per riavvicinare i cittadini di Genova, della Liguria e dell’Italia intera alle istituzioni e allo Stato”, ha spiegato il premier.
“Lo Stato, con la ricostruzione di questo Ponte, ci insegna che riesce a mostrare il suo volto migliore quando i suoi diversi livelli di governo, le sue articolazioni istituzionali, le risorse agiscono tutte in sinergia con spirito collaborativo nel perseguire l’interesse comune”, ha scandito Conte ringraziando il sindaco di Genova, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e l’attuale titolare del Mit Paola De Micheli.
“Non siamo qui semplicemente per tagliare un nastro e forse non è neppure facile abbandonarsi ad intenti celebrativi: è ancora troppo acuto, tangibile – spiega Conte – il dolore per la tragedia che si è consumata in questo luogo“. “Il nostro commosso pensiero – ha aggiunto il premier – è rivolto alle 43 vittime, ai loro familiari che con coraggio e con tenacia – e sono ormai due anni – continuano a mantenere vivo e fecondo il ricordo dei loro cari nella memoria collettiva della nostra comunità nazionale”.
“Il governo – ha continuato – ha ritenuto doveroso promuovere e condurre il complesso procedimento di contestazione degli adempimenti che hanno causato il crollo del Ponte. E proprio di recente questo procedimento si è concluso con l’accordo di ridefinire i termini della convenzione, di riportare in equilibrio, giuridico ed economico, l’originario rapporto concessorio, con la possibilità di garantire in modo più efficace gli investimenti in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria. Stiamo anche lavorando per ridefinire la governance e il controllo della società concessoria”.
“Il nostro obiettivo fondamentale è stato sempre e sarà quello di tutelare l’interesse pubblico, che non è stato adeguatamente garantito dalla struttura regolativa della precedente concessione”, ha aggiunto.
Il premier Conte, concludendo il suo intervento, ha ricordato che nel 1945 Piero Calamandrei fondò la rivista “Il Ponte”: “L’intento di questo grande giurista e protagonista della ricostruzione morale e materiale del nostro Paese dopo il secondo conflitto mondiale – ha affermato – era di offrire un contributo culturale e un impulso progettuale per gettare un ponte tra un passato di distruzione e un futuro di rinascita che si ergesse sulle macerie della guerra”.
Nel numero inaugurale della rivista “il nostro Calamandrei scrive: ‘Il nostro programma è già tutto nel titolo e nell’emblema della copertina… un ponte crollato e fra i due tronconi delle pile rimaste in piedi una trave lanciata attraverso, per permettere agli uomini che vanno al lavoro di ricominciare a passare’. Ecco l’uomo che torna ad attraversare il ponte è l’immagine della vita che riprende il suo corso. E, per riprendere le parole di Calamandrei, ‘la ritrovata unità morale dopo un periodo di profonda crisi'”.
Quindi, anche questo ponte Genova San Giorgio, “ha questa funzione: creare nuova unità dopo la profonda rottura determinata dal tragico crollo del 14 agosto 2018, di generare nuova fiducia, per riavvicinare i cittadini di Genova, della Liguria e dell’Italia intera alle istituzioni e allo Stato”, ha concluso.
BUCCI – “Il 3 agosto del 1492 un genovese di nome Cristoforo Colombo partì da Palos per conquistare l’America. Abbiamo costruito un modello di successo a Genova e in questo cantiere, lanciamo un messaggio di fiducia e competenza e di speranza per il futuro: abbiamo fatto di Genova un modello, signor Presidente, noi vogliamo che l’Italia sia un modello per l’Europa per il mondo”. Lo ha detto, commosso, il sindaco di Genova e commissario alla ricostruzione Marco Bucci intervenendo dal palco.
Adnkronos.