E la compravendita sulla pelle di tanti Carabinieri Forestali continua
“Ancora una volta si leggono comunicati ( come quello fatto da un sindacato di Carabinieri ) volti a destabilizzare il già fragile ecosistema degli ex Forestali transitati nelle varie amministrazioni dello stato a causa della sciagurata riforma Madia, oggetto proprio in questi giorni del parere negativo del Comitato Europeo dei diritti Sociali che ha sentenziato la violazione dei diritti sociali dei forestali transitati nell’Arma.”
E’ quanto si legge in un comunicato del Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SIULM).
“E ci si chiede, come mai, nessun comunicato e nessuna richiesta di formulazione di intervento normativo è stato fatto successivamente a tale sentenza.
È facile cavalcare i sentimenti di persone che da anni aspettano il giusto riconoscimento delle loro aspettative, ma è altresì facile cadere nella speculazione più bieca.
Com’è giusto battersi per i colleghi che vogliono rientrare nell’Arma, è altrettanto giusto battersi per chi, come tanti, vorrebbero fuoriuscire dall’Arma.
Ben venga che l’Arma abbia aperto, finalmente, all’ingresso dei colleghi destinati ai Vigili del Fuoco da scandalosi decreti del Capo del Corpo, colleghi che saremo ben felici di riabbracciare, ma dobbiamo sottolineare che essi sono vincitori di ricorsi sia innanzi ai TAR sia innanzi al Consiglio di Stato e che ciò che l’Arma si sta apprestando a fare è solo e soltanto un atto dovuto. Se veramente si voleva “sanare” la questione, il Comando Generale avrebbe potuto rinunciare a resistere innanzi al Consiglio di Stato ad ogni ricorso vinto innanzi ai TAR, costringendo i vincitori ad ulteriori spese e carte bollate per aver riconosciuti i loro diritti ed evitando, tra l’altro, sonore sconfitte e spese per i contribuenti.
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Ma oltre a questi colleghi sono ben oltre 1500 ad aver continuato la battaglia per il giusto riconoscimento dei loro diritti e delle loro libertà – concetto che, ribadiamo, è stato sancito dal Comitato Europeo dei diritti Sociali e negato da una discutibile sentenza della Corte costituzionale, che hanno deciso di continuare con il ricorso in Europa, sperando che accada ciò che è accaduto con la sentenza che ha aperto ai sindacati militari, ossia che la Corte costituzionale possa cogliere, in positivo per i diritti delle donne e degli uomini del Corpo Forestale dello Stato, le eventuali future indicazioni della Corte di Giustizia Europea.
In ogni caso, il SIULM – conclude il comunicato – accanto alla Ferfa, continua a sostenere l’iter delle varie proposte di legge per la ricostituzione del Corpo Forestale dello Stato tanto che sarà chiamato ad esprimersi in seno alle commissioni parlamentari”.