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Draghi, “l’Italia reindirizzerà le risorse che erano destinate alle forze militari verso gli aiuti umanitari”. “Cooperazione essenziale”

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha partecipato, ieri, in videoconferenza alla riunione straordinaria del G7. L’evoluzione della situazione in Afghanistan, gli aiuti umanitari, la gestione dei migranti e la lotta al terrorismo sono stati, informa Palazzo Chigi, i punti al centro del suo intervento, in cui ha ringraziato “tutti coloro che stanno contribuendo ad assicurare il buon esito delle operazioni di evacuazione a Kabul, in particolare l’esercito americano, britannico e tedesco”.

L’obiettivo, ha detto Draghi, è riuscire a concludere in sicurezza queste operazioni entro fine agosto. Il presidente del Consiglio, in merito, ha sottolineato la necessità di “mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro. Inoltre, dobbiamo assicurare – sin da subito – che le organizzazioni internazionali abbiano accesso all’Afghanistan anche dopo questa scadenza”.

Il premier italiano ha rivolto un appello ai leader del G7: “L’Italia reindirizzerà le risorse che erano destinate alle forze militari afghane verso gli aiuti umanitari. Chiedo a tutti voi di unirvi a questo impegno, compatibilmente con la situazione dei vostri Paesi”.

Sul tema immigrazione “saremo in grado di avere un approccio coordinato e comune? Finora – ha aggiunto Draghi – sia a livello europeo, sia internazionale, non si è stati in grado di farlo. Dobbiamo compiere sforzi enormi su questo”.

Per quanto riguarda la lotta al terrorismo “la nostra cooperazione è essenziale ed è cruciale agire in modo unitario. È fondamentale anche utilizzare tutte le leve diplomatiche e finanziarie a nostra disposizione”.

“Per raggiungere tutti questi obiettivi – ha concluso Draghi – credo che il G7 debba mostrarsi unito anche nell’aprire relazioni con altri Paesi. In questo, il G20 può aiutare il G7 nel coinvolgimento di altri Paesi che sono molto importanti perché hanno la possibilità di controllare ciò che accade in Afghanistan: la Russia, la Cina, l’Arabia Saudita, la Turchia e l’India” .

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