DIFESA: PER IL VERTICE DI ESERCITO E CARABINIERI, TERNE E QUATERNE DA RIFARE? L’IRA DI GRAZIANO-BADOGLIO
(di Claudio Paglia) – Tana per Graziano-Badoglio. Le ben assestate “sassate” dei giorni scorsi sugli sconcertanti criteri seguiti per decidere i nuovi vertici dell’Esercito e dei Carabinieri, sembrano aver indotto il governo ad una “pausa di riflessione”. E la Bella Addormentata ministra Roberta Pinotti, si è svegliata (meglio: è stata svegliata) con tanto di invito alla prudenza da parte di Palazzo Chigi. Il governo non vuole “grane” sulle nomine in questo clima pre-elettorale e vede come il fumo negli occhi l’ipotesi di arrivare al voto con qualche decisione del TAR capace di accogliere il ricorso di qualche candidato ingiustamente escluso dalla corsa alla carica di capo di Stato Maggiore dell’Esercito o di Comandante Generale dei Carabinieri.
Soprattutto per quanto riguarda questa seconda scelta, la volontà dell’esecutivo è di arrivare ad una nomina condivisa da tutti, vista la delicata situazione che si è venuta a creare all’interno dell’Arma dopo le inchieste giudiziarie che hanno visto coinvolti il generale Tullio Del Sette e diversi altri alti ufficiali. Sia per quanto riguarda la CONSIP, che per gli altri casi al centro di inquietanti indagini da parte della magistratura.
Così, è partito l’invito al capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano-Badoglio, a darsi una calmata e a riconsiderare bene i criteri seguiti per la formulazione della discussa “quaterna” di candidati per il nuovo vertice dell’Esercito e della non meno “chiacchierata” terna per la poltrona di numero uno della Benemerita.
L’alto ufficiale viene descritto come furibondo, ma dal suo entourage filtra a denti stretti la convinzione che, alla fine, non ci saranno passi indietro. E d’altra parte il delirio di onnipotenza che ha contrassegnato la sua linea di condotta in tutta la complicata vicenda del Libro Bianco della Difesa e del relativo decreto attuativo, sembra poter avvalorare questa eventualità.
Anche a costo di arrivare allo scontro con l’autorità politica? Difficile. E allora, meglio chinare il capo e scegliere la via dell’armistizio. Pur di conservare la poltrona e fare onore al soprannome che gli hanno affibbiato. (Sassate.it)