Difesa, CoCeR Marina chiede di salutare Mattarella. Ciavarelli, “A rischio vuoto rappresentatività senza decreto interministeriale”
Sul tema della Rappresentanza Militare in fase di abrogazione, il Co.Ce.R della Marina ha inviato una richiesta formale di incontro con il Presidente della Repubblica. Vi è infatti da parte del Co.Ce.R la convinta affermazione positiva del lavoro svolto sinora negli anni e dei risultati ottenuti nonché l’orgoglio di aver partecipato alla crescita democratica delle Forza Armate nei suoi 46 anni di storia.
La chiusura del COCER avverrà a norma di legge all‘atto della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministro della funzione pubblica che stabilisce la rappresentatività dei nuovi sindacati militari. Tra le righe si legge anche una sorta di preoccupazione per una mancanza di continuità e il rischio di fatto di vuoto rappresentativo.
Con una delibera approvata all’unanimità, il Consiglio Centrale di Rappresentanza della Marina Militare ha chiesto al Presidente della Repubblica, in quanto Capo supremo delle Forze Armate, di poterlo salutare in occasione della chiusura dell’Istituzione Rappresentanza Militare. Un gesto simbolico per riconoscere il servizio svolto in questi decenni a favore del personale militare e dell’Amministrazione.
Il Presidente della Repubblica dedicherà del tempo per onorare il lavoro della Rappresentanza Militare e concedere dignità a questa gloriosa istituzione giunta al termine del suo mandato? Lo scopriremo presto.
Ciavarelli, ‘Siamo a rischio vuoto di rappresentatività per mancanza del decreto interministeriale'”
“Il senso della delibera – spiega Antonello Ciavarelli tra i più anziani del cocer interforze – credo sia quello di rivendicare la dignità e l’orgoglio di essere appartenuti ad una storica istituzione. Ci auguriamo che l’esperienza positiva di questi 46 anni di vita rimanga come base per il futuro delle nuove associazioni e che possa essere concessa una uscita di scena con dignità e non quasi fossimo dei rottamati. Purtroppo nonostante le richieste deliberate, il ministro Crosetto non ha mai incontrato il COCER se non all’inizio del suo mandato. Di fatto si rischia un vuoto di Rappresentatività perché a norma di legge i distacchi e i permessi (che consentono ai sindacati di lavorare) sono pagati con il contratto di lavoro e quindi a valle di tale attività, cioè dopo gennaio 2025. Inoltre la percentuale di adesione nelle forze armate è bassa anche perché – e qui sta il vero paradosso dei paradossi!- non è ancora stato approvato il decreto interministeriale che ne regola l’attività e le modalità di pagamento delle trattenute che devono essere oggetto del conteggio. A parte i primi curiosi o sensibili alle tutele, il personale è disorientato e non sa se, come e perché iscriversi ai sindacati. Dopo le prime iscrizioni, quindi, a causa di questa confusione, si fa fatica a far metabolizzare tutto ciò al personale nonché il senso della partecipazione diretta. La legittimazione da parte del presidente della Repubblica per quello che è stata l‘istituzione della rappresentanza militare potrà essere sicuramente la base su cui fondare le radici delle nuove associazioni sindacali”.
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