Crosetto spiega cosa sta succedendo in Israele “Sono preoccupato per i 1.200 soldati della missione Unifil dislocati al confine tra Israele e Libano”
Guido Crosetto, ministro della Difesa, intervistato dal Corriere della Sera, ha condannato le azioni di Hamas contro Israele, parlando di “attacco terroristico, quasi una dichiarazione di guerra, di fronte alla quale non poteva che esserci la solidarietà dell’Italia”.
Ministro della Difesa: “Avevo detto di essere più preoccupato dell’Iran che dell’Ucraina”
Il ministro ha aggiunto che lui e il governo stanno ragionando sulle possibili conseguenze dell’inferno scatenatosi in Medio Oriente, inferno “inatteso soprattutto per l’intensità che non ha eguali negli ultimi 20 anni”.
Crosetto ha ricordato che giorni fa ha detto di essere più preoccupato dell’Iran forse che dell’Ucraina: “Tutti mi hanno risposto che avevo preso troppo sole. Hamas non è storicamente vicino all’Iran, ma viviamo una fase in cui si saldano elementi e si individuano nemici comuni. La reazione israeliana sarà molto dura”.
“Israele reagirà in modo forte”
Netanyahu, leader di Israele, ha spiegato che il Paese reagirà in modo implacabile all’attacco sferrato dai terroristi.
Crosetto non ha dubbi a riguardo: “La reazione non può che essere forte, riaprendo un fronte in cui si inseriscono tutti gli altri attori che negli ultimi due anni hanno contribuito a destabilizzare il mondo“.
L’area mediorientale è una bomba ad orologeria. “Gli elementi di instabilità – ha rilevato sempre il ministro della Difesa italiano – nella zona sono tanti, dalla Siria al Libano e Iran e Russia possono avere interesse a destabilizzare l’area”.
E ancora: “Sono preoccupato anche per i 1.200 soldati della missione Unifil dislocati al confine tra Israele e Libano. Lo scontro con Hamas è esploso al Sud, ma il rischio di destabilizzazione riguarda anche il Nord”.
“In Italia c’è allerta perché, purtroppo, questi eventi possono comportare una scia di antisemitismo”, ha aggiunto.
Crosetto sul sostegno a Kiev
In questi giorni si sta parlando molto anche degli aiuti militari e quindi economici a Kiev. Quale sarà la linea del governo da qui in avanti? “Quello del governo italiano resta un sì, con alcune limitazioni dovute alla lunghezza di un conflitto che dura da oltre un anno e mezzo”.
“Più passa il tempo, più diminuisce la possibilità di aiutare l’Ucraina con risorse che non sono illimitate. Non è una scelta politica, ma un ragionamento banale. Un po’ come a casa, quando finiscono le scorte alimentari”, ha concluso Crosetto.
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