Cremona, baby gang accerchia e minaccia poliziotti e carabinieri per difendere l’amico «pistolero»
Non volevano che i poliziotti perquisissero l’appartamento dell’amico che, pistola soft-air in pugno, aveva sparato ad un ventunenne, ferendolo alla testa con due pallini di piombo, un ventunenne. Sotto casa li hanno accerchiati, insultati: «Sbirri di m. », spintonati e minacciati. Hanno tentato di danneggiare le auto della squadra mobile. Sono saltati sul mezzi dei vigili del fuoco per impedire che aiutassero gli investigatori nell’abitazione. Con gli smartphone hanno ripreso la scena e a mo’ di sfida, l’hanno pubblicata sui social. È accaduto il 3 marzo scorso in via Solomos, nel quartiere Zaist. Ora la squadra Mobile ha individuato la baby gang: sono cinque ragazzi, di cui due minorenni, denunciati per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità e violazione delle norme relative al trattamento dei dati personali. I cinque erano già noti alle forze di polizia per precedenti.
La sparatoria nel piazzale delle Tranvie
La sparatoria risale all’1 marzo. Nel piazzale delle Tranvie, la zona «calda» dei regolamenti di conti tra bande di giovani e giovanissimi – un venticinquenne incappucciato aveva premuto il grilletto contro il 21enne, mandandolo al Pronto soccorso: 5 giorni di prognosi. Spaventato e con il sangue che gli colava dalla testa, il ragazzo era entrato in un bar nella vicina via dei Platani, soccorso dal titolare. «Aiuto, aiuto, mi hanno sparato». E in un altro bar, nella direzione opposta, si era nascosto il suo aggressore. Nel giro di 24 ore, attraverso le testimonianze e l’analisi dei filmati delle telecamere in zona, la squadra mobile aveva chiuso il cerchio e individuato «il pistolero», che verrà poi denunciato per lesioni personali aggravate, ma anche per detenzione ai fini di spaccio della droga che gli aveva trovato in casa: 5 grammi di cocaina già suddivisa in dosi e 7 di marijuana, più un bilancino di precisione e il kit per confezionare la sostanza stupefacente. Il venticinquenne ha precedenti di polizia.
La perquisizione
Il 3 marzo, i poliziotti del dirigente Marco Masia si sono presentati a casa sua per perquisirla. Cercavano la pistola a piombini. Il benvenuto in strada gliel’ha data la banda di ragazzotti che si è messa di traverso. La squadra mobile ha chiamato in soccorso le Volanti e i carabinieri. La situazione è degenerata. I cinque hanno insultati tutti e filmato la scena. Ma anche la polizia scientifica ha girato il video e documentato la violenza agli uomini in divisa. Ci è voluta più di un’ora perché in via Solomos tornasse la calma e la squadra mobile potesse perquisire l’appartamento del venticinquenne, nel quale ha trovato sia la pistola sia gli stessi abiti indossati durante la sparatoria di due giorni prima nel piazzale del pullman. Esaminando i filmati girati dalla Scientifica, chi ha indagato è poi risalito alla baby gang. Indagine chiusa.