Polizia

Cosenza: ex poliziotto arrestato per l’uccisione dell’amante 17 anni fa

Un uomo di 50 anni è stato arrestato martedì a Cosenza, con l’accusa di aver ucciso una donna 17 anni fa, sua amante, oltre che di spaccio di marijuana.

I carabinieri di Rende, in provincia di Cosenza, hanno arrestato martedì un uomo di 50 anni, dopo che il gip del tribunale locale ha emesso una misura cautelare nei suoi confronti. Si tratta di un ex agente della polizia stradale di Cosenza, accusato di aver ucciso una donna il 7 ottobre 2005, 17 anni fa. L’accusa è di omicidio doloso premeditato, aggravato dai futili motivi. L’ex poliziotto deve rispondere anche di spaccio e cessione di marijuana nei confronti del figlio.

Caso archiviato nel 2009: indagini riaperte

Il caso, archiviato dopo le prime indagini nell’ottobre del 2009, è stato riaperto nell’ottobre del 2018, quando alla procura di Cosenza è pervenuto un esposto anonimo nel quale si ripercorreva la vicenda e venivano indicati particolari noti solo agli inquirenti. I primi riscontri, effettuati dai carabinieri di Rende, hanno consentito alla Procura di riaprire le indagini. Gli inquirenti hanno così effettuato ulteriori acquisizioni documentali, una lunga serie di intercettazioni telefoniche e ambientali, plurime escussioni di persone informate sui fatti e nuove consulenze medico legali attraverso la riesumazione del cadavere della vittima. Le nuove informazioni hanno consentito di riaprire quelle che gli inquirenti hanno definito ‘lacune investigative’.

La relazione tra la vittima e il presunto assassino

Le indagini, nello specifico, hanno consentito di inquadrare l’omicidio nell’ambito di una relazione sentimentale intrattenuta tra l’uomo, già sposato, e la vittima. Nel rapporto, si apprende, non erano mancati episodi di violenza e brutalità da parte dell’uomo. Nuove testimonianze hanno tratteggiato un quadro degradato, fatto anche di serate a base di sesso e droga.

Il movente dell’assassinio

Inoltre, stando agli inquirenti, è emerso che il movente dell’omicidio sarebbe da ricondurre all’esasperata volontà dell’indagato di interrompere la relazione allontanando definitivamente da sé la vittima, anche se quest’ultima voleva frequentarlo nonostante la moglie avesse partorito un figlio. La vittima aveva iniziato a temere per la propria vita, dopo la misteriosa uccisione del suo cane e il danneggiamento della sua auto. Sono, inoltre, state intercettate frasi telefoniche, ritenute parziali ammissioni di colpevolezza da parte dell’indagato.

Il femminicidio

All’epoca dei fatti, la ragazze venne trovata priva di vita in un bosco con accanto al corpo degli psicofarmaci, una bottiglia di whisky insieme a un biglietto di addio. Un suicidio inscenato, dunque, ma la nuova autopsia ha accertato che, in realtà, non si era suicidata ma era stata soffocata, probabilmente con un cuscino, in un luogo diverso da quello del ritrovamento del cadavere. Inoltre, gli accertamenti calligrafici stabilirono che a scrivere il biglietto d’addio non era stata la giovane.

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