Si chiamano Atacms – Army Tactical Missile System -, sono missili a lungo raggio e sono l’arma che, secondo il New York Times, Kiev ha chiesto a Washington. Sull’invio però l’amministrazione del presidente americano Joe Biden è in stallo. Quali sono i motivi?
Missili Atacms: cosa sono e a cosa servono
Prima di tutto, occorre sapere di che arma si sta parlando: i missili in questione sono a lungo raggio e possono colpire target a 190 miglia di distanza. Sono stati sviluppati negli anni Ottanta per distruggere importanti target sovietici molto oltre le linee nemiche. Questi dispositivi hanno diverse opzioni di lancio: possono partire dai lanciatori mobili Himars, inviati in Ucraina proprio dagli Usa, così come dai vecchi lanciatori M270, inviati invece dalla Gran Bretagna e dalla Germania.
Proprio la portata dei missili è l’aspetto che più interessa Kiev, perché potrebbero raggiungere anche la Crimea. Ma il Pentagono tergiversa e non sembra intenzionato a fornire questi armamenti tanto presto. Washington avrebbe sottolineato che sta già fornendo agli ucraini molte armi indispensabili come anche alcune tipologie di missili, fra cui quelli a lancio multiplo guidato.
Inoltre, sempre secondo quanto riporta il Nyt, un alto funzionario del Pentagono ha affermato che i razzi guidati, che gli Stati Uniti hanno inviato in Ucraina, possono già raggiungere la maggior parte degli obiettivi.
La preoccupazione degli USA
La Casa Bianca sarebbe inoltre preoccupata che l’Ucraina possa usare gli Atacms per colpire obiettivi molto lontani, proprio nel cuore della Russia. Questo scatenerebbe un’escalation nel conflitto e sicuramente una dura reazione del presidente Putin. Il 9 ottobre del resto la Russia ha già fatto sapere che l’invio da parte dell’Occidente di armi a lungo raggio o più potenti a Kiev rappresenterà una linea rossa, come ha detto alla Tass un alto diplomatico del ministero degli Esteri russo, Alexey Polischchuk. Zelensky avrebbe già assicurato Washington di non avere intenzione di colpire le città russe e i civili. Ma a Biden queste insistenti rassicurazioni al momento non basterebbero