Geopolitica

Corsa al riarmo senza freni, nel 2023 la spesa militare sfonda quota 2.400 miliardi: è record dal 2009

La spesa militare globale non conosce freni e nel 2023 raggiunge il picco storico di 2.400 miliardi di dollari, registrando l’incremento più consistente dal 2009. È quanto emerge dal nuovo rapporto pubblicato dall’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri).

Secondo i dati, la crescita della spesa militare ha interessato tutte le regioni del mondo, con aumenti particolarmente significativi in Europa, Medio Oriente e Asia. Come sottolineato dal ricercatore Nan Tian del Sipri, è la prima volta dal 2009 che si assiste ad un incremento generalizzato.

“È ai massimi storici e per la prima volta dal 2009 abbiamo visto un aumento della spesa in tutte e cinque le regioni geografiche”, ha dichiarato Tian. Un segnale preoccupante che riflette il deterioramento della pace e della sicurezza globali. “Non c’è davvero una regione in cui le cose siano migliorate”, ha aggiunto l’esperto.

La guerra in Ucraina alimenta la corsa al riarmo di Russia, Kiev e paesi europei

Nel dettaglio, la spesa militare mondiale è cresciuta del 6,8% su base annua, con un’impennata mai vista dal 2009. Gli Stati Uniti si confermano al primo posto per investimenti nel settore della difesa, seguiti da Cina, India, Regno Unito e Russia. Proprio Mosca ha incrementato in modo consistente la spesa militare del 24%, arrivando a 109 miliardi di dollari nel 2023.

L’aumento record è una diretta conseguenza della guerra in Ucraina, che ha portato Kiev e molti paesi europei ad investire maggiormente nell’apparato militare. Come evidenziato dagli analisti del Sipri, il conflitto non accenna a placarsi e ciò spinge i contendenti e i loro alleati ad alzare il budget per gli armamenti.

Dall’inizio dell’invasione russa, avvenuta ormai quasi un anno fa, si è innescata una pericolosa corsa al riarmo che rischia di compromettere gli sforzi tesi a risolvere le crisi attraverso la diplomazia. In ballo non c’è solo la tenuta economica dei singoli Stati, ma anche la stabilità e la sicurezza a livello globale.

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