«Contratto in bacheca, buste paga vuote»: il SIM Marina chiama in causa il ministro Crosetto
Il Sindacato Italiano Militari – Marina (SIM Marina) denuncia uno stallo che, a quasi un anno dall’accordo sindacale del 18 dicembre 2024 e a cinque mesi dalla pubblicazione del D.P.R. n. 52 del 18 aprile 2025, mantiene bloccate le indennità accessorie previste dal contratto triennale 2022–2024.
Il quadro: la legge c’è, l’applicazione no
Secondo il comunicato del SIM Marina, il contratto è diventato legge solo dopo la sua scadenza e non viene comunque applicato. «Siamo a fine 2025. Il contratto è diventato legge solo dopo la sua scadenza e ancora oggi, non si applica», recita il testo, che descrive una situazione in cui il personale in servizio — «di giorno e di notte, in mare ed in terra» — continua a non ricevere le indennità previste.
Le cause del blocco (secondo il SIM Marina)
Il comunicato individua due cause precise e, a suo avviso, incontrovertibili:
- NoiPA (MEF): il sistema non ha ancora predisposto i codici stipendiali necessari per liquidare le indennità. Il sindacato sottolinea che il ritardo non è un semplice ingorgo burocratico, ma colpisce direttamente le famiglie dei militari.
- Stato Maggiore Marina / PERSOMIL: nonostante confronti richiesti e un incontro tenutosi a giugno 2025, lo Stato Maggiore non ha ancora emanato le disposizioni applicative interne derivanti dalle circolari di PERSOMIL. Il personale rimane «nell’incertezza, privo di indicazioni e di risposte concrete».
La beffa della disparità: il confronto con l’Arma dei Carabinieri
Il SIM Marina denuncia che la paralisi amministrativa assume i contorni della discriminazione se confrontata con l’iter dell’Arma dei Carabinieri, anch’essa dipendente dal Ministero della Difesa. Secondo il comunicato, grazie a un sistema stipendiale autonomo, i militari dell’Arma riceveranno tutte le indennità previste dal D.P.R. n. 53 già nel cedolino di ottobre, mentre i marinai «restano al palo: senza codici, senza disposizioni, senza certezze». «Stesso contratto. Stesso Ministero. Due velocità. Questo non è solo inefficienza: è discriminazione.»
Le richieste precise del SIM Marina
Il sindacato elenca richieste nette e concrete rivolte al Governo, allo Stato Maggiore e in particolare al Ministro della Difesa:
- NoiPA: aggiornamento immediato dei codici stipendiali e liquidazione immediata delle indennità previste dal contratto.
- Stato Maggiore Marina: emanazione subito delle disposizioni applicative previste dal D.P.R. 52/2025, per mettere fine all’incertezza del personale.
- Sistema NoiPA: abbandono definitivo del sistema — definito nel comunicato inefficiente, inadeguato e incapace di gestire la complessità degli emolumenti delle Forze Armate — quando lo si ritenga necessario per garantire efficienza e tempestività.
L’appello e l’avvertimento
Il SIM Marina lancia un appello diretto: Onorevole Ministro Crosetto, intervenire subito e con decisione. Il comunicato richiama la sensibilità e l’autorevolezza del Ministro, chiedendo un segnale tangibile di attenzione, rispetto e riconoscimento verso il personale militare. Il tono è netto: «Il D.P.R. 52 del 2025 è legge dello Stato. Ogni ulteriore ritardo è una violazione. Ora servono risposte, non giustificazioni.»
Oltre la burocrazia, ci sono famiglie
Il comunicato chiude con un richiamo morale: i ritardi amministrativi hanno conseguenze reali — bollette da pagare, figli che crescono, potere d’acquisto eroso dall’inflazione. «Il SIM Marina non resterà a guardare mentre i diritti dei militari vengono calpestati dal disinteresse, dalla burocrazia e dall’inerzia.» La palla passa ora al Ministro e alle strutture competenti: la posta in gioco, ricorda il sindacato, è il riconoscimento materiale e simbolico di chi serve il Paese.
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