Concorso per commissari di Polizia senza limite di età, la Corte Ue boccia l’Italia. “Deve essere aperto anche agli over 30”
Stop al limite d’età ingiustificato. I giudici Ue hanno stabilito che è il diritto dell’Unione è contrario alla normativa italiana che stabilisce un limite massimo di 30 anni di età per la partecipazione al concorso per commissari di polizia. Il requisito viene ritenuto illegittimo a meno che non siano richieste capacità fisiche particolari. La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea è arrivata a seguito del ricorso presentato da un cittadino italiano che non aveva potuto presentare la propria candidatura al posto di commissario per aver superato il limite d’età.
La decisione dei giudici europei rimanda però a una nuova pronuncia degli omologhi italiani ai quali ora spetta stabilire quali siano le funzioni ordinarie effettivamente esercitate da un commissario di polizia e se esse richiedano il possesso di capacità fisiche particolari tali da giustificare l’introduzione di un limite massimo di età. Ma il requisito, per come formulato finora, è contrario alle norme europee. Il divieto di discriminazione, in particolare fondato sull’età, è sancito dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Il principio, inoltre, è previsto in materia di occupazione e lavoro dalla direttiva 2000/78.
“Nel caso in cui il giudice nazionale ritenga che le funzioni esercitate dai commissari di polizia non esigano particolari capacità fisiche, allora dovrà concludere che la normativa che fissa un limite di età per il concorso d’accesso a tale professione è contrario al diritto dell’Unione”, hanno stabilito i giudici europei. In caso contrario, il giudice italiano “dovrà ulteriormente verificare che il limite di età massimo di 30 anni sia proporzionato rispetto all’obiettivo perseguito” e dunque che non sia stato fissato arbitrariamente e senza una ragione specifica. In particolare, il Consiglio di Stato dovrà valutare se la prova fisica eliminatoria prevista dal concorso costituisca una misura adeguata e meno vincolante rispetto alla fissazione del limite massimo di età di 30 anni. In ogni caso, la Corte ha dato torto al ministero dell’Interno e ragione all’aspirante commissario perché “sulla base di quanto risulta agli atti, il limite di età di 30 anni appare sproporzionato”.