COMMANDO BLOCCA CARABINIERI IN CASERMA CON UNA CATENA, POI L’ASSALTO CON RUSPA ALLA GIOIELLERIA
TERRORE AD APRICENA: ASSALTO PARAMILITARE SCONVOLGE LA CITTÀ
Una notte di ordinaria follia criminale si è trasformata in un vero e proprio attacco paramilitare nel cuore di Apricena, nel Foggiano. Una banda di malviventi ha orchestrato un doppio colpo con una strategia degna di un film d’azione, paralizzando le forze dell’ordine e seminando il panico tra i cittadini.
STRATEGIA MILITARE E DOPPIO COLPO
La banda ha colpito con precisione chirurgica. Il primo obiettivo, intorno alle tre del mattino, è stata una tabaccheria, sfondata con un’auto lanciata in retromarcia. Ma era solo il preludio a quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Un’ora dopo, i criminali hanno alzato il tiro prendendo di mira una gioielleria in corso Generale Torelli, utilizzando una pala meccanica per sfondare l’ingresso e trafugare la cassaforte contenente preziosi e contanti.
PARALISI DELLE FORZE DELL’ORDINE
La preparazione meticolosa dell’assalto ha rivelato una pianificazione da manuale criminale: i malviventi hanno letteralmente “imprigionato” i carabinieri nella loro caserma, incatenando il cancello d’uscita. Per completare l’opera, hanno disseminato le strade di chiodi a quattro punte, creando una vera e propria zona franca per la loro fuga.
VIOLENZA E INTIMIDAZIONE
Non si sono fermati davanti a nulla: hanno aggredito il figlio dei proprietari della gioielleria, minacciato con armi alla mano sia le guardie giurate intervenute sia i cittadini che hanno tentato di opporsi. La violenza dell’azione ha lasciato la comunità sotto shock.
LA REAZIONE DELLE ISTITUZIONI
Il sindaco Antonio Potenza non ha nascosto la sua preoccupazione: “Scene da film mai viste nella nostra città,” ha dichiarato, sottolineando come questi eventi si inseriscano in un contesto di crescente insicurezza. La richiesta di un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica è già stata inoltrata alla Prefettura di Foggia.
INDAGINI IN CORSO
I carabinieri stanno setacciando le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza della zona. L’ipotesi più accreditata è che dietro entrambi i colpi ci sia la stessa banda, vista la similitudine nelle modalità operative e la tempistica degli assalti.
OTTO ANNI DI VUOTO DOPO I CACCIATORI
Nel 2017, quando la criminalità non aveva ancora mostrato i denti affilati di oggi, il generale Del Sette aveva visto lungo: lo Squadrone Eliportato Cacciatori fu la risposta muscolare a un territorio che già gridava aiuto. Da allora, il nulla. Otto anni di promesse evaporate mentre la criminalità si è evoluta, ha alzato il tiro, ha osato l’inosabile – come dimostra quest’ultimo assalto paramilitare. Ora il territorio attende dal generale Luongo non l’ennesima “toccata e fuga” istituzionale, ma una presenza che porti soluzioni concrete. I suoi carabinieri, sempre più esposti e vulnerabili, hanno bisogno di risposte tangibili, non di strette di mano.

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