Carabinieri

Colpito da un proiettile vagante: due condannati per la morte del capitano dei carabinieri Ruello

Si chiude così il processo di primo grado sulla morte del capitano dei carabinieri Gianbruno Ruello, colpito alla nuca da un proiettile durante una gara sportiva di tiro dinamico che la mattina del 28 maggio 2016 si stava svolgendo presso il poligono di tiro situato fra il centro abitato e il santuario di San Cosimo e Damiano, a Oria, sulla strada provinciale 58.

La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio di venerdì 29 aprile dal giudice del tribunale di Brindisi, Simone Orazio.

Agli imputati era contestata l’accusa di omicidio colposo, con evento cagionato da cooperazione aggravata.

Il presidente dell’associazione sportiva Dynamic Shooting Club Federico II, è stato condannato alla pena di un anno e otto mesi di reclusione, a fronte di una richiesta di condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione formulata dal pm Raffaele Casto.

Il consigliere della stessa associazione e responsabile del campo, è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione (richiesta pari a 2 anni e 3 mesi di reclusione). Nei confronti di entrambi è stata disposta la sospensione della pena e la non menzione nei termini e alle condizioni di legge.

Gli stessi, difesi rispettivamente dagli avvocati Pasquale Annicchiarico e Raffaele Missere, nonché il responsabile dell’Associazione sportiva Dynamic Shooting Club Federico II, in persona del suo legale rappresentante, sono stati inoltre condannati al risarcimento dei danni sofferti dalla moglie e da due figli di Ruello (assistiti dagli avvocati Massimo e Riccardo Manfreda), da liquidarsi in separata sede, oltre al pagamento di una provvisionale pari a 20mila euro in favore di ciascuno di loro.

Assolti perché il fatto non costituisce reato, tutti gli altri imputati. Si tratta di: Graziantonio Prudentino, di Ostuni (richiesta di condanna a 2 anni e 3 mesi), difeso da Daniele Ancora e Orazio Vesco; Salvatore Castellana, di Crispiano, in provincia di Taranto (richiesta di condanna a 2 anni), difeso da Marianna Lazzaro; Alfonso Passiante, di Francavilla Fontana (richiesta di condanna a 2 anni), difeso da Ylenia Ammaturo; Cosimo Leone, di Francavilla Fontana (richiesta di condanna pari a 2 anni e 3 mesi), difeso da Daniele Ancora e Orazio Vesco; Pietro Apuzzo, di Napoli (richiesta di condanna a un anno), difeso dagli avvocati Claudio Sgambato, Domenico Attanasi e Gianni Iacobelli,

Ruello fu colpito da un proiettile Glock calibro 9, mentre faceva l’arbitro. Morì il giorno dopo in ospedale. Aveva 48 anni. Secondo l’accusa ci sarebbe stata, da parte degli imputati, una “omessa valutazione del rischio elevatissimo derivante dalla sostanziale assenza di protezione per persone che si trovassero dalla destra e alla sinistra di chi esplodeva colpi d’arma da fuoco nello stage 1”.

Ancora: nonostante “questa evidente carenza di sicurezza”, c’è stata organizzazione della gara alla presenza di più persone “nello stage 2 mentre si sparava nello stage 1”.

Ruello era originario di Taranto. Dopo essersi diplomatosi al liceo classico “Archita I. M. Andronico” del capoluogo jonico, è stato in servizio per anni al Nucleo investigativo del comando provinciale di Brindisi, per poi essere trasferito a Bari, nelle vesti di capo sezione operativa dell’ufficio Oaio.

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