Polizia

Christian di Martino, il poliziotto accoltellato: “Dovevo fermare quell’uomo a costo di morire”

Ospite a “Dritto e Rovescio” Christian Di Martino, il poliziotto colpito con tre coltellate dal 37enne immigrato Hasan Hamis nella stazione di Lambrate (Milano), ripercorre i fatti accaduti quella tragica notte. “Di quella sera dell’8 maggio ricordo tutto. Ero stato inviato dalla mia centrale operativa lì per un soggetto agitato che lanciava pietre contro passanti e treni. Io ero munito di taser e una volta lì alcuni di noi sono stati colpiti con i sassi mentre io sono riuscito ad avvicinami, il taser però non ha sortito gli effetti desiderati” ha raccontato l’agente accolto in studio da un grande applauso.

“Lo dovevo fermare!”

“È nata una colluttazione e ho preso tre fendenti dietro la schiena. Nonostante i colpi sono riuscito a inseguirlo e a farlo cadere finché poi non sono arrivati i miei colleghi a bloccarlo definitivamente. Non so come ho fatto a correre nonostante le coltellate, credo sia stata l’adrenalina che avevo in corpo, dentro di me pensavo: Anche se devo morire, lo devo fermare!” Ha proseguito Christian Di Martino.

In fondo, “io ero tranquillo, si trattava di un intervento come quelli che faccio spesso. Diciamo che questa volta è andata un po’ male”, ha trovato la forza di scherzare.

Fare il poliziotto è la mia passione

“Quando mi sono svegliato dal coma la prima cosa che ho detto è stata: l’ho fatto per Milano. È la città che io proteggo, è il mio compito. Fare il poliziotto è la mia passione, l’ho ereditato da mio padre.

L’agente che ha subito 70 trasfusioni e 5 arresti cardiaci

E “se sono vivo lo devo ai miei colleghi che mi hanno tenuto sveglio, all’ambulanza che è arrivata subito sul posto e ai sanitari che mi hanno prestato le prime cure, sono stati fantastici. E ai medici, che hanno fatto un lavoro eccezionale e che voglio ringraziare perché mi hanno salvato la vita”. Di questa esperienza, ha concluso di Martino, “ciò che mi è rimasto più nel cuore è l’affetto che ho ricevuto dalle persone, dai colleghi, che mi sono stati sempre vicino e anche da importanti autorità dello Stato che sono venute a trovarmi. Ringrazio anche il ministro dell’Interno e il capo della polizia, con la questura di Milano, che mi sono stati sempre vicini e mi hanno sempre supportato”.

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