Chili di cocaina nascosti nel seminterrato di casa, il finanziere resta in silenzio
L’ingente quantitativo e la qualità della sostanza stupefacente rinvenuta nella disponibilità di un, appuntato della guardia di finanza, di stanza presso il Gruppo di Brindisi, sono circostanze che portano a ritenere che il suo non sia un comportamento occasionale, ma che egli sia stabilmente inserito in canali dediti al traffico di sostanze stupefacenti ad alto livello e che svolga abitualmente tale attività, anche per conto di terzi ovvero nell’ambito di vere e proprie organizzazioni criminose: è quanto sostiene il giudice Sergio Tosi nell’ordinanza con la quale ha convalidato l’arresto in carcere del militare eseguito ieri (lunedì 15 maggio) in flagranza dai carabinieri, impegnati nella stessa giornata nell’operazione “Filo D’Arianna”, in cui lo stesso finanziere risulta tra gli indagati a piede libero.
“Non si può ignorare che l’intera vicenda pone in luce la personalità connotata in modo antigiuridico e deviante da un appartenente alla polizia giudiziaria”, ha osservato il gip, dinanzi al quale l’arrestato, assistito dall’avvocato Augusto Pastorelli del Foro di Lecce, oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nelle carte dell’inchiesta dell’Antimafia sul clan Politi, il 44enne è indicato come appartenente a un’associazione dedita alla coltivazione, importazione, acquisto, detenzione a fini di cessione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish, cocaina ed eroina), e il suo ruolo sarebbe stato quello di custodire, occuparsi della lavorazione, del confezionamento e del trasporto della droga. La sua appartenenza alle “fiamme gialle”, raccontano ancora le indagini, gli avrebbe consentito di rivelare notizie utili per eludere le investigazioni.
Tuttavia, la gip Laura Liguori, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare nei riguardi di 16 persone, aveva ritenuto che gli elementi indiziari a carico del finanziere non fossero sufficienti per applicare una misura restrittiva.
Insomma, l’indagato era sfuggito al carcere, ma alla fine le manette ai polsi sono scattate lo stesso, dopo che il personale dell’Arma aveva perquisito la sua abitazione ad Arnesano, trovando ben 4,724 chili di cocaina.
Gran parte della sostanza era stata nascosta nel seminterrato di casa, per la precisione lungo l’intercapedine perimetrale sottostante all’edificio, in una busta della spesa, e divisa in diversi involucri.
Su un tavolino, c’erano due scatole: in una, erano custoditi un involucro in cellophane trasparente con tre grammi sempre di cocaina, due spatole metalliche dotate di manico, con residui di polvere bianca, due bicchieri di plastica con una sostanza cristallina tipo “mangiaumidità”, di consistenza simile a quella contenuta in una confezione che si trovava sullo stesso tavolo; nell’altra scatola, un piatto in ceramica dove erano presenti residui presumibilmente di sostanza stupefacente.
La perquisizione sarebbe poi proseguita, con l’ausilio dell’unità cinofila della Guardia di Finanza del comando provinciale di Brindisi, sul luogo di lavoro del militare, ma i controlli nell’armadietto, nella cassettiera metallica e nel cassetto per la custodia dell’arma, avevano dato esito negativo.
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