CAUSE DI SERVIZIO MILITARI E FORZE DI POLIZIA: RICONOSCIMENTO BLOCCATO CON 9500 ISTANZE INEVASE
Il Comitato di verifica per le cause di servizio è un organo consultivo che emana pareri sulla dipendenza da causa di servizio delle infermità contratte o lesioni subite da dipendenti pubblici, civili o militari, e sulla interdipendenza tra infermità.
I pareri emessi dal Comitato sono obbligatori e sostanzialmente vincolanti per le Amministrazioni richiedenti le quali, qualora ritengano di non conformarsi alla pronuncia del Comitato, hanno l’obbligo di richiedere, entro venti giorni dalla data di ricezione, per motivate ragioni, un ulteriore parere, al quale le stesse amministrazioni poi si dovranno in ogni caso attenere. Un comitato, dunque, i cui compiti sono determinanti per il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione.
Nella fattispecie con Atto n. 4-06094 pubblicato il 12 luglio 2016, nella seduta n. 658 i senatori GIARRUSSO , SERRA , MORONESE , CASTALDI , PUGLIA , PAGLINI , LEZZI hanno interrogato il Ministro dell’economia e delle finanze con il testo seguente:
con decreto del Presidente della Repubblica n. 461 del 29 ottobre 2001 è stato emanato il “Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinaria e dell’equo indennizzo, nonché per il funzionamento e la composizione del comitato per le pensioni privilegiate ordinarie”;
il Comitato è formato da un numero di componenti, non superiore a 25 e non inferiore a 15, scelti tra esperti della materia, provenienti dalle diverse magistrature, dall’Avvocatura dello Stato e dal ruolo unico dei dirigenti dello Stato, nonché tra ufficiali medici superiori e qualifiche equiparate della Polizia di Stato e tra funzionari medici delle amministrazioni dello Stato;
per l’esame delle domande, relative a militari o appartenenti a corpi di polizia, anche ad ordinamento civile, il Comitato è di volta in volta integrato da un numero di ufficiali o funzionari dell’arma, corpo o amministrazione di appartenenza non superiore a 2;
i componenti, nominati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, per un periodo di 4 anni, prorogabili per non più di una volta, possono essere collocati in posizione di comando o fuori ruolo presso il Comitato, previa autorizzazione del relativo organo di autogoverno, secondo quanto previsto dall’articolo 13, comma 3, del decreto-legge 12 giugno 2001, n. 217, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2001, n. 317, senza aggravi di oneri e restando a carico dell’organismo di provenienza la spesa relativa al trattamento economico complessivo;
con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze è nominato, tra i componenti magistrati della Corte dei conti, il presidente del Comitato e possono essere affidate le funzioni di vice presidente a componenti del Comitato provenienti dalle diverse magistrature;
considerato che a quanto risulta agli interroganti:
i membri del Comitato di verifica per le cause di servizio (CVCS) hanno cessato l’incarico in data 16 febbraio 2016 e a tutt’oggi il Ministero dell’economia e delle finanze, da cui dipende il Comitato e i cui membri restano in carica 4 anni, rinnovabili per una sola volta, non ha ancora provveduto alla nomina dei nuovi membri del Comitato stesso, bloccando di fatto le attività di esame delle istanze di riconoscimento delle cause di servizio di militari o appartenenti a corpi di Polizia, anche ad ordinamento civile, che in Italia rappresentano una platea di oltre 500.000 cittadini in uniforme tra Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato e Vigili del fuoco;
attualmente, la mancata nomina del CVCS ha generato un carico di oltre 9.500 istanze inevase, a cui si aggiungono le ulteriori istanze presentante e giacenti presso gli uffici amministrativi di appartenenza, in attesa di essere trasmesse al nuovo Comitato, all’atto dell’insediamento;
considerato inoltre che:
risulta agli interroganti che tale situazione ha ingenerato un manifesto malcontento tra il personale militare e dei corpi di Polizia, in servizio ed in quiescenza, che attende, da anni, il giusto riconoscimento di quelle patologie, anche gravi, contratte in servizio e nell’adempimento del proprio dovere;
il ritardo nella nomina del CVCS si ripercuote, soprattutto, sul personale collocato in quiescenza verso il quale il Comitato deve esprimersi con l’emissione di apposito decreto per il riconoscimento della pensione privilegiata,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali siano i motivi che hanno impedito a tutt’oggi la nomina del Comitato di verifica per le cause di servizio;
quali iniziative urgenti intenda adottare affinché sia smaltito l’enorme arretrato, atteso che le istanze pendenti presso il suddetto Comitato e, con una stima approssimativa, presso gli uffici amministrativi di appartenenza dei richiedenti, sono determinate in oltre 15.000;
se intenda provvedere ad horas alla nomina del Comitato di verifica per le cause di servizio, al fine di dare risposte certe al personale dei corpi militari e di Polizia, che da anni attendono legittimi riconoscimenti di patologie contratte in servizio e nell’adempimento del proprio dovere.