Carabinieri: “Contratto a rate, tre anni di attesa per 300 euro: così si mortifica chi serve lo Stato”
Una 14^ mensilità ridotta a un acconto di circa 300 euro netti! È questo il risultato di un’attesa lunga tre anni?”. Sono le dure parole di Carmine Caforio, Segretario Generale di USMIA Carabinieri, che lancia un appello accorato al Governo affinché si superino le inefficienze burocratiche e si rispettino gli impegni presi nei confronti di chi serve lo Stato ogni giorno con dedizione e sacrificio.
Pur accogliendo con soddisfazione le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che durante il question time alla Camera dei Deputati ha ribadito il sostegno alle donne e agli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, Caforio sottolinea che le parole non bastano se non si traducono in azioni concrete.
Il Nodo degli Arretrati: Frazionamento e Malcontento
Il contratto per il triennio 2022-2024, tanto atteso, si è trasformato in una delusione per molti militari, denuncia USMIA Carabinieri. Nonostante l’Arma sia stata la prima Forza di Polizia ad adeguare le competenze stipendiali già dal mese di maggio, le aspettative sono state vanificate da un inspiegabile ritardo nel pagamento degli arretrati per il 2024, che arriveranno solo a giugno.
Un frazionamento che, secondo USMIA, non ha precedenti nei contratti passati. “Mai si era verificata una frammentazione simile, che ha mortificato il valore di un riconoscimento atteso da anni”, afferma Caforio.
Le conseguenze sono evidenti: migliaia di Carabinieri, che già si trovano a operare in uno scenario sociale complesso e sempre più rischioso, si sentono penalizzati da decisioni che non tengono conto delle difficoltà economiche delle famiglie.
L’Arma e la Burocrazia: Un Sistema Efficiente Ostacolato
Caforio non manca di elogiare il sistema amministrativo dell’Arma dei Carabinieri, definendolo “autonomo, efficiente e all’avanguardia“, sempre pronto a rispondere alle esigenze del personale militare. Tuttavia, accusa la burocrazia e le logiche centraliste di ostacolare l’efficienza di questo sistema, privando i militari di un diritto legittimamente maturato.
È ora di utilizzare appieno le potenzialità dell’Arma e impedire che decisioni miopi tradiscano la dignità di chi indossa l’uniforme”, tuona il Segretario Generale.
L’Appello al Comandante Generale e al Governo
USMIA Carabinieri si rivolge direttamente al Comandante Generale Salvatore Luongo, chiedendo un intervento deciso e tempestivo. “Comandante, serve un segnale forte e coraggioso! Rappresenti con urgenza ai Ministri dell’Interno e della Difesa il malcontento dei Suoi Carabinieri, stanchi di tollerare che ogni diritto maturato si trasformi in un’elemosina dilazionata”, è il monito di Caforio.
In un momento in cui la crisi economica continua a stringere le famiglie italiane, il riconoscimento economico per chi garantisce la sicurezza e la legalità del Paese non può essere rimandato né sminuito.
La burocrazia vanifica gli impegni presi
Il richiamo di USMIA Carabinieri è chiaro: la burocrazia non può e non deve vanificare gli impegni presi nei confronti delle Forze dell’Ordine. È necessario che il Governo intervenga con urgenza per ristabilire la fiducia e il rispetto nei confronti degli uomini e delle donne che ogni giorno mettono al centro della loro vita la sicurezza dei cittadini.
La dignità dell’uniforme passa anche attraverso azioni concrete. Ora è il momento di agire.
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